L’appetito vien mangiando, dopo la Reggiana il Parma fa fuori anche il Modena. Sei punti in cinque giorni, roba da sballo. Ma c’è di più: dieci punti in quindici giorni con D?Aversa in panchina. E’ un altro Parma rispetto ad inizio stagione, quando tutti i difetti sembravano ingigantirsi con il passare delle settimane. Il Parma attuale, invece, è una squadra che ha ritrovato serenità, caparbietà, fiuto del gol, sicurezze difensive, e soprattutto punti. Un cammino che, complici le contemporanee sconfitte di Venezia e Pordenone, ha catapultato i crociati a soli tre punti dalla vetta.
Ma torniamo alla partita: il 3-1 finale, maturato nel primo tempo, non fa una piega. Troppo Parma e poco Modena, anche se i canarini del tarantolato Capuano hanno dato tutto, senza riuscire a mascherare i limiti strutturali di una rosa troppo giovane e inesperta (vedi il fallo da rigore del 3-1), e ad arginare una squadra trasformata dalla cura D’Aversa.
Il recente ruolino di marcia del Parma è impressionante; il 3-1 finale premia la duttilità tattica dei crociati, capaci di cambiare modulo con estrema facilità, tant’è che questa sers per la prima volta il tecnico ex Lanciano ha optato per il 3-4-3, sfruttando la velocità e i dribbling dei suoi esterni, Baraye su tutti, quest’ultimo letteralmente trasformato dal nuovo corso tecnico.
Clima di festa sugli spalti come non si respirava da tempo. Insomma, tutti gli elementi per tentare la grande scalata sono al posto giusto. Il Parma è tornato in corsa, è tornato ad essere una squadra che fa possesso, non butta via un pallone, vince i contrasti, ringhia, attacca, segna e gioca in un fazzoletto di 30-35 metri. “Atteggiamento e serenità” sono le armi segrete come ha ripetuto più volte Calaiò nel post gara. Una metamorfosi che non deve montare la testa a nessuno, perché i limiti ci sono e vanno colmati durante la sessione invernale del mercato. Intanto godiamoci un Natale fantastico.
(Nella foto la coreografia dei Boys prima del fischio di inizio di Parma-Modena)