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Clamoroso: Taçi si ritira, il Parma cambia ancora proprietà. Ma le incertezze restano

Clamoroso: Taçi si ritira, il Parma cambia ancora proprietà. Ma le incertezze restano

Una mattinata di ricerche e neve, ma al momento la nostra redazione non è in grado di confermare e/o smentire completamente la notizia “bomba” rilanciata nella nottata dal sito Stadiotardini.it, secondo il quale il petroliere Rezart Taçi (ieri sera) avrebbe ceduto le quote di maggioranza ad una nuova cordata tutta italiana, ma con sede legale all’estero. Stando all’indiscrezione del direttore Gabriele Majo la nuova società avrebbe pronti 50 milioni di euro per ripianare subito i debiti e dare ossigeno al club. L’attuale ad Pietro Leonardi resterebbe all’interno della società ma con incarichi prettamente di natura sportiva e non più amministrativi. Il passaggio delle quote – riferisce Stadiotardini – sarebbe avvenuto nelle ultime ore davanti ad un notaio di Codogno. Questo lascia presupporre che la cessione della società possa essere avvenuta a costo zero, a fronte di impegni ben precisi sul ripianamento del debito.
Se la notizia dovesse essere confermata nelle prossime ore è lecito aspettarsi un segnale da parte della Dastraso, la holding cipriota che nel dicembre scorso ha rilevato il pacchetto di maggioranza dall’ex patron Tommaso Ghirardi. I tempi sono strettissimi, anche perché il 16 febbraio è la data ultima per evitare la messa in mora della società da parte di giocatori e dipendenti. La speranza è che queste ultime voci non siano altro che un tentativo per allungare ulteriormente l’agonia di una società con una storia gloriosa e secolare, anche perché sarebbe più logico pensare ad una procedura fallimentare con relativa asta, perché a quel punto chi è interessato al Parma lo potrebbe acquistare per una manciata di milioni e ripartire da zero, senza debiti. E’ anche vero, però, che se i futuri proprietari dovessero presentarsi realmente con un assegno da 50 milioni ed evitare al Parma il fallimento, sarebbero i nuovi salvatori della patria. In attesa di una schiarita e di conferme, auguriamoci che la parola “trasparenza” diventi il punto di partenza da cui ripartire.

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