Lo stadio verticale del Monte Zoncolan, il "Mostro", la salita più dura d'Europa esulta per tutti i corridori, capaci di segnare a loro modo un gol da raccontare ai nipoti, riconciliando una volta di più il Giro con il nostro Stivale e con le centinaia di migliaia di appassionati che oggi sono andati in processione lungo quegli interminabili e mozzafiato 10 chilometri all'11% di media con rasoiate al 22%.
Già, perché completare una scalata del genere in una cornice del genere, a maggior ragione con la sofferenza degli ultimi arrivati, è una cosa da raccontare a fine carriera.
La 20a e penultima tappa del Giro, la Maniago-Monte Zoncolan di 168 km consacra l’australiano Michael Rogers, vincitore inatteso in cima ad una montagna mitica (che bissa il successo ottenuto a Savona nella 11a tappa) al termine della fuga di giornata e Nairo Quintana, dominatore assoluto, super pronosticato alla vigilia e primo colombiano a conquistare la corsa rosa. Per la verità Rogers deve ringraziare un atto becero di un tifoso troppo invadente che a 2,5 km dal traguardo spinge Bongiorno, in quel momento a ruota del cronoman della Tinkoff Saxo, costringendolo a mettere il piede a terra e a perdere il proprio ritmo di pedalata su un tratto al 15%. Pochi istanti, pochi metri che sono però valsi gioia e rabbia per i due battistrada. Purtroppo in mezzo a quella marea umana di tifosi, una minima percentuale di esaltati molestatori che comunque sono sempre un dazio troppo alto da pagare sia per lo spettacolo che per i corridori stessi. Poteva finire allo stesso modo o diversamente, ma di certo questi sono gesti da condannare. Si parlava di australiani e colombiani, appunto, popoli che più hanno caratterizzato questa edizione del Giro con l’inserimento tutt’altro che timido di nuovi personaggi per il movimento italiano come Fabio Aru, ragazzo dal futuro roseo per le gare a tappe e che intanto domani a Trieste salirà sul terzo gradino del podio (dietro ad Uran), dopo aver chiuso secondo nel Girobio per dilettanti nel 2012.
Tra i più felici in gruppo ovviamente anche il traversetolese della Movistar, Adriano Malori, che nonostante le cadute e le ferite è riuscito a ristabilirsi strada facendo, non facendo mancare il suo apporto alla squadra e al suo capitano Quintana. Un sacrificio vecchio stampo, quello dei compagni del colombiano, una sorta di “tutti per uno, uno per tutti”, tanto che lo stesso Quintana ha dichiarato che la Movistar è più una grande famiglia che una grande squadra. La percezione infatti è stata proprio quella e il risultato ottenuto è il coronamento di una perfetta unione d’intenti. L’sms di Malori, inviato speciale di Sportparma, descrive la situazione in casa spagnola dopo la tappa: “Oggi c’eravamo tutti e 9 fino all’imbocco dello Zoncolan, poi avete visto com’è andata, ognuno per conto proprio e Nairo che ha controllato. Lo Zoncolan? È molto duro, anche se Punta Veleno fatta l’anno scorso al Trentino ha pendenze ancora più dure anche se è una salita più corta. Non stiamo ancora festeggiando, ma c’è davvero una bella atmosfera ed io sono molto contento perché tutti ci siamo fatti il mazzo per conseguire l’obiettivo della maglia rosa mettendo da parte qualsiasi velleità personale. E questi sforzi sono stati ripagati alla grande. Domani passerella finale e poi grande festa. Ciao ciao a tutti!“
Ordine d’arrivo-20a tappa Maniago-Monte Zoncolan 168 km
1-Michael Rogers (Tinkoff Saxo) in 4h41’55”
2-Franco Pellizotti (Androni Venezuela) a 38″
3-Francesco Manuel Bongiorno (Bardiani Csf) a 49″
4-Nicholas Roche (Tinkoff Saxo) a 1’35”
5-Brent Bookwalter (BMC) a 1’37”
6-Robinson Chalapud (Colombia) a 1’46”
7-Georg Preidler (Giant Shimano) a 1’52”
8-Maxime Monfort (Lotto) a 2’12”
9-Dario Cataldo (Sky) a 2’24”
10-Simon Geschke (Giant Shimano) a 2’37”
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Classifica generale dopo 20 tappe
1-Nairo Quintana (Movistar) in 83h50’25”
2-Rigoberto Uran (OmegaPharma) a 3’07”
3-Fabio Aru (Astana) a 4’04”
4-Pierre Rolland (Europcar) a 5’46”
5-Domenico Pozzovivo (Ag2r La Mondiale) a 6’41”
6-Rafal Majka (Tinkoff Saxo) a 7’13”
7-Wilco Kelderman (Belkin) a 11’09”
8-Cadel Evans (BMC) a 12’00”
9-Ryder Hesjedal (Garmin Sharp) a 13’35”
10-Robert Kiserlovski (Trek) a 15’49”
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La 21a ed ultima tappa del 97^ Giro d’Italia sarà il tradizionale carosello finale in cui si festeggia e si scherza in gruppo prima di concentrarsi sul traguardo da onorare.
Si parte da Gemona del Friuli alla volta di Trieste dove la gara entrerà nel vivo quando la carovana dovrà affrontare 8 giri da 7,2 km di un circuito tra le vie cittadine per quello che sarà l’ultimo sprint per i velocisti rimasti. Saranno gli ultimi 172 km di un Giro che andrà in archivio con tanti spunti di discussione.