L’America’s Cup, o Coppa America di vela, è il più antico trofeo sportivo del mondo per il quale si compete tuttora. àˆ nata nel 1851, ma solo nel 1983 ha registrato la presenza della prima barca italiana, Azzurra.
Due sere fa, al Castello di Felino, lo Yacht Club Parma ha celebrato il trentennale di Azzurra invitando lo storico timoniere Mauro Pelaschier, ma ha anche riunito altri due campioni della vela internazionale, entrambi parmigiani: Romolo Ranieri, grinder di Luna Rossa nelle edizioni 2000, 2003 e 2007 dell’America’s Cup, con la vittoria della Louis Vuitton Cup (coppa degli sfidanti) nel 2000, e Gilberto Nobili, grinder di Luna Rossa nel 2003 e 2007 e unico italiano di Oracle, la barca Usa vincitrice della Coppa America quest’anno e nel 2010.
Considerando che il friulano Pelaschier ha bissato l’esperienza su Azzurra nel 1987 ed è stato coach di Mascalzone Latino nel 2007, lo Yacht Club Parma è riuscito nell’impresa unica di mettere assieme, su uno stesso palco, addirittura 10 partecipazioni all’America’s Cup. Un autentico record!
L’incontro, intitolato “Cuore e passione” per far capire subito da dove nasca la vela, si è svolto con la conduzione di Luca Oriani (direttore del mensile nazionale Il Giornale della Vela), nell’ambito della cena annuale degli auguri dello Yacht Club Parma. Ranieri e Nobili, tesserati per il club, sono così tornati “a casa” e si sono raccontati a ruota libera, come in una serata tra amici.
“Ho fatto un percorso tradizionale di studi – ha detto Romolo Ranieri – laureandomi in Economia per diventare commercialista o consulente d’azienda. Dopo aver giocato a rugby negli anni della scuola, cercavo un altro sport di squadra e l’appassionato di vela Giorgio Maghenzani mi ha avvicinato alle regate, che all’inizio erano piuttosto delle uscite enogastronomiche. Quindi ho conosciuto Patrizio Bertelli di Prada, che nel marzo 1995 mi ha selezionato per Luna Rossa”.
Ranieri è stato poi il talent scout di Gilberto Nobili, grazie a un incontro avvenuto per caso in un negozio di biciclette a Parma a fine anni ’90. “Le due passioni della mia vita sono l’elettronica e lo sport – ha precisato Nobili – e la mia fortuna è stata il saper mescolare la dote fisica con l’abilità nella tecnologia. Oltre a fare il grinder, nelle ultime due Coppe su Oracle ho inventato i 27 dispositivi portatili, palmari, che sono tornati utili nella rimonta da 1-8 al 9-8 finale contro New Zealand”.
Velista fin da bambino, invece, Mauro Pelaschier: “Sono stato partorito al Circolo velico di Monfalcone. La mia famiglia costruiva barche e partecipava alle Olimpiadi. A 6 anni sono salito su una barca e non sono più sceso. Fino a 30 ho gareggiato da solo nel singolo Finn, molto formativo. Dopo la mia terza Olimpiade, sono passato al professionismo e nel 1983 sono stato ingaggiato da Cino Ricci per Azzurra. Negli ultimi anni mi sono dedicato al circuito Vele d’epoca, perché amo le barche di legno senza strumenti, come il Sangermani 1966 del parmigiano Pietro Bianchi”.
Tra un racconto e l’altro dei tre campioni, il presidente dello Yacht Club Parma Gianfilippo Traversa e il tesoriere Antonio Barbieri hanno riepilogato i successi del gruppo sportivo del club nel 2013, citando, oltre a Ranieri e Nobili, Beppe Cavalieri e Stefano Fava di Stella, Francesco Gabbi, Roberto e Alberto Pardini, Pietro Bianchi, tutti presenti, e promettendo che la Scuola vela “Roberto Allodi” verrà potenziata nel prossimo triennio per allevare nuovi velisti. Info www.yachtclubparma.it.