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Parma Calcio

Chivu: «Il calcio è bastardo». Fabregas: «Non meritavamo di vincere»

Parma Como 0 1 35a giornata Serie A 2024 2025 gli allenatori Cesc Fabregas e Cristian Chivu a bordocampo
©Foto: Lorenzo Cattani

Dalla sala stampa del “Tardini”, le dichiarazioni a caldo del post Parma-Como (clicca qui per le pagelle), match terminato con la vittoria del Como per 0-1.

A rispondere alle domande dei giornalisti presenti in conferenza mister Cristian Chivu e capitan Delprato per il Parma; per i lariani, invece, il tecnico Cesca Fabregas e il kosovaro Vojvoda.
Le dichiarazioni raccolte, nella “pancia” dello stadio parmigiano, dalla squadra di SportParma.

CHIVU «Lascerà strascichi questa sconfitta? Non sappiamo se abbiamo perso la nostra convinzione, vedremo in settimana ma non credo perché la squadra è viva, ha lottato e tenuto botta. Siamo stati bravi a resistere al possesso palla del Como ma potevamo fare di più. Quello che mi ha fatto più piacere è sicuramente la reazione delle squadra per pareggiarla e riprenderla ma il calcio è così, bisogna accettare la sconfitta e fare i complimenti agli avversari. Oggi ci è mancata convinzione e cattiveria nel pressare i loro portatori di palla, abbiamo perso tanti duelli e contrasti. Nel secondo tempo abbiamo messo di più, creato e messo in difficoltà gli avversari, creando superiorità in mezzo al campo. Non siamo stati lucidi sotto porta e nelle scelte in alcune situazioni a nostra disposizione, in cui dovevamo fare meglio. Non ho niente da rimproverare ai miei per il lavoro di questi mesi nonostante moduli e infortuni, sono sempre disponibili e danno l’anima per raggiungere l’obiettivo. Andiamo avanti e guardiamo le prossime partite importanti.
Su Man? Senza dubbio è un ragazzo che vai aiutato dal punto di vista mentale, non sta vivendo un momento facile quando si è in una situazione del genere, come squadra non abbiamo niente da rimproverargli perché vediamo il suo atteggiamento in campo e fuori, anche se il calcio è bastardo. Si è calato subito nell’ottica del gruppo e ha qualità importanti e si è visto negli ultimi 8 minuti che ha fatto. Io lo difenderò alla morte non perché è rumeno ma perché è un giocatore che ha qualità e alla squadra serve qualità. Mi è piaciuto anche l’atteggiamento della squadra nei suoi confronti a fine partita ma anche negli spogliatoio. A me interessa la sua reazione per avere poi la fortuna di metterlo in campo ma quello che posso dire è che Dennis Man è migliorato ultimamente. Comunque lo difenderò sempre alla morte, poi le scelte ovviamente sono mie così in base anche al piano gara.
Sulle difficoltà di formazione? Abbiamo tante difficoltà ma non ci lamentiamo, troviamo soluzioni. Ad esempio, Ondrejka è una soluzione di necessità così come Hainaut esterno. Sono tutte soluzioni temporanee, ma tutti i ragazzi sono a disposizione della squadra e del gruppo. Le partite si possono perdere, vincere o pareggiare ma quello che conta è l’anima e la salute mentale per raggiungere l’obiettivo e su questo non posso dire nulla. Da domani ci leccheremo le ferite e guardiamo alla prossima.
Sui cambi? Hainaut non ce la faceva più ma un quinto non lo avevo in panchina. Su Man vi dico che a volte tutto quello che accade sulla squadra influisce le scelte dell’allenatore. Nei miei pensieri c’era Man da fare entrare per lui ma non sapevo come avrebbe reagito lo stadio e i tifosi perché se metto dentro Man e poi me lo fischiano la squadra ne risente. Su Benedyczak penso sia una punta, dovrebbe fare oggi il quinto ma non è capace ora, se la giocherà con le altre punte. L’ho visto bene in settimana e speravo avesse qualche colpo in canna.
Sul rigore? non ho visto, non parlo di rigori ma penso alla mia squadra su cosa fare. Non mi lamento su cose che non posso controllare mentre devo soffermarmi sulle mie scelte per mettere in campo la miglior squadra.
Duelli vinti: dove si migliora? Si può migliorare sempre, non è facile giocare certe partite. Come ho detto ai ragazzi alla fine del primo tempo, dovevamo essere più convinti e cattivi per avere la meglio e pressare in modo migliore. Nel secondo tempo abbiamo recuperato diversi palloni e nonostante il possesso palla del Como, abbiamo fatto il nostro gioco. Nel complesso non posso rimproverare nulla ai ragazzi perché danno sempre il massimo e devono cercare di farlo ogni volta, dando tutto quello che hanno per ogni singola gara».

DELPRATO «Il rigore? Ho sentito il pestone sulla punta del piede. Non è mai ben chiara la linea delle valutazioni di questi episodi: l’arbitro mi diceva non fare il furbo, ma io ho sentito il pestone. Mi spiace per la prestazione: nel primo tempo abbiamo sofferto il loro palleggio, anche se poi abbiamo avuto due occasioni nette per segnare. Idem nel secondo tempo. Non averla pareggiata è un rammarico. Venivamo da una serie utile di risultati: ora dobbiamo recuperare energie per andare a Empoli.
Dobbiamo esser bravi a prescinder dal risultato e dal secondo tempo: non dimentichiamo quello che abbiamo fatto nelle partite prima. Sono gli ultimi sforzi da fare: a Empoli sarà una partita fondamentale.
Per Dennis (Man, ndr) dispiace, lo vediamo ogni giorno: non sta passando un periodo felice: lavora per mettersi a disposizione della squadra. Sono convinto che, se lavorerà in questo modo, si toglierà delle soddisfazioni. Lui è un ottimo ragazzo, gli vogliamo bene. In queste situazioni se ne esce tutti insieme, senza puntare il dito uno contro l’altro.
Il mancato uso del VAR? È stato l’arbitro a venire da me: non se l’aspettava da me [che andasse a terra, ndr]. Con le telecamere che ci sono oggi a disposizione, almeno fermare il gioco per andare a rivedere l’azione mi sembrava normale: prendersi del tempo mi sembrava la cosa giusta da fare, perché il pestone c’è stato. Il gol subito? È stata una situazione in cui abbiamo perso una palla e avevamo fuori i due centrali: sono situazioni di gioco che a volte capitano, a prescindere dall’uscita di un giocatore. Forse dovevamo essere più bravi a consolidare il possesso.
Rilassament? No, sapevamo dell’importanza della partita di oggi, come della prossima. L’obiettivo non è ancora raggiunto, lo sappiamo. Abbiamo sofferto il loro palleggio: hanno tanti giocatori brevilinei e tecnici, che ti possono mettere in difficoltà. Nel secondo tempo ci siamo aggiustati tatticamente, ma è andata così».

FABREGAS «C’è soddisfazione, ci sono però anche tante cose su cui migliorare. Non meritavamo di vincere nel complesso, abbiamo avuto le nostre chiare occasioni ma anche loro hanno fatto la partita, hanno messo attaccanti di statura e anche Man per dare profondità e puntare Alberto Moreno. Dobbiamo migliorare nelle letture di questi episodi, chi subentra deve capire subito cosa bisogna fare, c’è stato un giocatore che non ha colto le indicazioni. Colpa mia, anche se abbiamo lavorato tanto su certe cose. Complimenti al Parma, hanno lottato fino alla fine. Avevano un solo risultato, questo complica le cose se non chiudi la partita. Oggi siamo stati fortunati, ma in stagione non sempre c’è girata bene. Oggi prendo con gioia il risultato, vado a dormire contento e da domani andremo ad analizzare.
La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l’attaccante ultimamente contro di noi, e lo stiamo gestendo molto. Penso che oggi possiamo fare meglio, competer meglio che non vuol dire solo fare un fallo: ma anche stare quei 10” in più a terra, quando giocare corto e quando giocare lungo. Sono contento di avere a disposizione questi 26 ragazzi più 4 portieri.
È vero che la squadra sta crescendo, sa leggere molto meglio le partite: come stiamo difendendo in questo momento aiuta tanto la squadra e a tenere alta la linea. Lo dicevo quando si perdeva e lo dico anche adesso: tutti gli allenatore sono preparati, studiano e sono competitivi, ma vince chi ha più qualità e più fortuna. Come oggi lo siamo stati noi. La figura dell’allenatore è pesantissima, è stressante: sei l’immagine del club quando vinci e quando perdi hai il dito puntato contro. Io penso che qua il lavoro di squadra, di famiglia è buono e per questo sono contento. Poi grazie ai ragazzi per la loro mentalità, per il loro coraggio e per la loro disciplina: senza tutto questo sarebbe impossibile.
Il calcio italiano è molto molto difficile. Analizzare le partite è molto difficile, vincerle ancora di più: non lo dico io, ma tanti allenatori come Fonseca che hanno più esperienza di me. È un calcio che con Premier League e Liga è tra i più competitivi del mondo. Noi oggi abbiamo potuto fare una partita di calcio posizionale, perché il Parma non pressava. Se si va di palla lunga diventa un 50 e 50: io per questo provo ogni giorno a studiare nuove soluzioni per uscire dal pressing. L’allenatore deve avere la forza di analizzare quello che il sabato o la domenica i giocatori si troveranno in partita: io gli devo dare soluzioni. Dal calcio italiano sto imparando tantissimo perché è un calcio molto specifico».

 

(In copertina, gli allenatori Chivu e Fabregas a bordocampo in Parma-Como 0-1 – ©Foto: Lorenzo Cattani/SportParma)
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