Decimo appuntamento con le interviste ai giovani protagonisti della stagione ciclistica 2012. Oggi tocca a Pietro Fallett,a nato il 10 gennaio 1996, che ha iniziato nella G/1 con l'Eiffel Fontanellato per poi passare da Esordiente alla Polisportiva Torrile e infine da Allievo al Team Biking Noceto.
A che età hai cominciato a correrre?
A 7 anni nell’Eiffel Fontanellato
Il tuo miglior piazzamento?
Un secondo posto, nel tipo pista di Busseto agosto 2012
La tua miglior corsa e la peggiore.
La peggiore è stata a Migliaro (CR) mentre la migliore a Caponago (MB)
Una qualità e un difetto.
Credo di essere sincero, e questo molte volte oltre a un pregio può risultare anche un difetto.
Che scuola frequenti?
Paciolo-D’Annunzio di Fidenza, terza ragioneria.
Qual’è il tuo campione preferito?
Peter Sagan
Che rapporto hai con i tuoi compagni e avversari?
Buono, prima di tutto il rispetto verso tutti. Anche con gli avversari il rapporto è corretto.
Un giudizio sul tuo ds,in positivo e in negativo.
Il mio DS mi ha insegnato tanto in questa stagione, non solo nel ciclismo ma anche nella vita. Nonostante non condivida sempre le sue scelte lo rispetto in quanto mio ds
In allenamento e in corsa segui i suoi consigli?
Certo, è il mio allenatore ,il suo ruolo è quello di farci maturare tutti, e per far ciò bisogna sempre ascoltarlo.
Perchè hai scelto come sport il ciclismo?
In realtà fu una scelta casuale, infatti subito ero più orientato verso il calcio, poi con l’avanzare degli anni ho scoperto questo splendido sport.
Sei un maniaco della tua bici?
Insomma, diciamo che qualcosina conosco, ma non posso certo definirmi un maniaco.
Come giudichi la stagione tua e della squadra.
La mia stagione posso dire che a livello di prestazione è sempre stata abbastanza positiva nonostante il risultato sia mancato spesso in favore dei compagni. Per la squadra una stagione tutto sommato soddisfacente, forse è mancata la vittoria, ma abbiamo sempre dato filo da torcere a tutti e ciò ci fa onore.
La tua preferenza,strada o pista?
Decisamente la strada!
Hai un portafortuna?
No.
Se dipendesse da tè, cosa cambieresti del ciclismo?
Sicuramente lo renderei più spettacolare e meno attendista, spesso basta osare un pò di più per poter fare l’impresa… invece che aspettare magari gli ultimi chilometri di una tappa in salita.