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Sebastien Frey ospite in diretta streaming a PARMATALK 4a puntata 05.11.2024

Parma Calcio

Frey a SP: «Parma, ti puoi salvare. Serve cinismo e appartenenza»

Frey a SP: «Parma, ti puoi salvare. Serve cinismo e appartenenza»

Nella puntata di ieri di PARMATALK, la quarta di questa quinta edizione (vedi qui), in onda su SportParma.com, il super ospite Sébastien Frey, è stato a lungo in collegamento per parlare di Parma-Genoa e non solo.

L’ex portiere di crociati e rossoblù, che ha assistito al match giocato lunedì fra due delle sue squadre in carriera, ha commentato con un po’ di preoccupazione la partita vista dal vivo al Tardini (in occasione della presentazione del suo libro “Istinto Puro”): «Io sono sincero: non ho visto una bella partita da entrambe le parti. Sono due squadre con una situazione di classifica complicata, molto impaurite, con tanta paura di rischiare la giocata e proporre un gioco: non è stato un bello spettacolo. Se andiamo a vedere le occasioni, il Genoa ha meritato la vittoria perché ha fatto qualche tiro in porta in più, ha creato occasioni. Cose che nel Parma non ho visto: oltre a giocare con la paura, mi dava l’impressione che non avrebbe segnato se avesse giocato per un’altra mezz’ora. Le situazioni stavano quasi per arrivare, ma non si sono mai concluse con un tiro in porta. Magari ho visto la partita sbagliata io, nel senso che il Parma non è quello: ma, se analizziamo la partita di ieri [lunedì, ndr], io sono un po’ preoccupato per il Parma».

E, ancora, sulla sfida salvezza vinta dai liguri a discapito della squadra di Pecchia, Frey ha sottolineato «l’atteggiamento» messo in campo dalla squadra ospite, allenata dal suo. ex compagno Alberto Gilardino. «Non ho visto grandi differenze a livello di qualità, però a livello agonistico il Genoa è arrivato al Tardini a “menare” tutti: sono stati aggressivi. In chiave salvezza l’atteggiamento deve essere quello. Bisogna partire da qualcosa: fin dal 1′ il Genoa ha iniziato a fare falli. Il Parma non deve essere bello in campo – ha sottolineato il francese –, deve essere cinico, concreto. Lavorerei e lavorare sull’agonismo: ogni partita deve essere una finale, la partita della morte. A livello qualitativo ho visto poco: se no, non ne vieni fuori. Almeno mettila sul piano fisico e, forse, riesci, a invertire la rotta. Una volta che hai raggiunto matematicamente la salvezza hai tempo per essere bello, ma oggi ti devi salvare. Perché hai fatto un gran campionato e sei salito (dalla Serie B, ndr), ma sarebbe un fallimento scendere di nuovo: un peccato per quelli che sono i progetti futuri del Parma».

Frey, entrato a far parte della hall of fame gialloblù, ha anche commentato l’attuale portiere titolare dei ducali, Zion Suzuki: «Non è stato tanto impegnato. Dal punto di vista del gioco con i piedi mi sembra un ragazzo interessante, l’ho visto a suo agio e ha un bel lancio languo, che può essere utile in questo momento. Sono molto curioso di vederlo in un campionato intero della nostra Serie A. Non sono riuscito a farmi un’idea ben precisa: fisicamente è ben strutturato, è coraggioso nelle uscite e ha un atteggiamento propositivo. A volte è anche troppo alto nella posizione in fase di possesso. Per dare un giudizio adesso, però, ho visto troppo poco».

Poi, oltre ai tempi del campo, anche tanti amarcord e retroscena. Il 44enne di Thonon-Les.Bains ha ricordato così il quadriennio parmigiano, impreziosito da 159 presenze ufficiali fra 2001 e 2005 (con 44 clean sheets e 207 gol subiti, in 14.074′ tra i pali dei gialloblù): «La tappa di Parma mi ha fatto diventare grande. Poi in quella successiva a Firenze ho fatto parte per un po’ di anni dei migliori portieri d’Europa. Ma senza il Parma non sarebbe successo nulla dopo. Parma è una piazza straordinaria per poter lavorare e crescere bene. Non dimentichiamoci che Parma ha fatto la storia del calcio italiano ed europeo. Io credo che il Parma sia stato un club di prestigio».

Il rammarico di una bella carriera è legato alla Nazionale. Tra i tanti interventi rilasciati nel corso del collegamrnto, “Séba” si è sfogato sul tema e ha fatto intendere l’incompatibilità con l’allora ct dei Bleus, Raymond Domenech (in carica dal 2004 al 2010), senza mai citarlo: «Io avevo un grosso problema col tecnico, che avevo già avuto nell’U21, e c’era stato un litigio. Ci ritroviamo nella Nazionale maggiore: sapevo che il mio percorso sarebbe stato complicato con questi presupposti. È un rimpianto, ma non è dipeso solo da me. Pensandola così, riesci ad accettarla di più. Però, mi sarebbe piaciuto confrontarmi contro l’Italia di Gigi [Buffon, ndr], la Spagna di Iker [Casillas, ndr], la Repubblica Ceca di Petr Cech, il Brasile di Dida o di Julio Cesar: alla fine eravamo un po’ quelli, ma non ne ho avuto la possibilità. È stato un freno per poter dimostrare che ero uno dei più forti, se non il più forte. È il mio unico rimpianto in carriera. A lui [Raymond Domenech, ndr] non piacevano gli italiani: il fatto che io giocassi in Italia me l’ha sempre fatto pagare e me l’ha detto in faccia. Era tutto complicato a un certo punto, perché anch’io gli avevo detto in faccia quello che pensavo: giocavo in Italia, ma rappresentavo la Francia in Italia! Non è che avevo cambiato passaporto, ero sempre francese e fiero di esserlo. Per me è stata una follia farmi pagare il fatto che giocassi in Italia, il campionato più importante del mondo, solo perché non gli piacevano gli italiani..».

Infine, l’appello di Frey al fine di tramandare il blasone di un club prestigioso a livello continentale, testimoniato in modo suggestivo da un premio ricevuto il 15 maggio 2004 che ha mostrato in diretta: «Voglio che la gente che ci segue e che ci ascolta non dimentichi mai che il Parma ha una storia importante alle spalle, è stato un grande club e l’obiettivo è quello di tornare ad esserlo, ma non solo il Italia. Questo è un premio che ci ha dato il Comune di Parma 15 maggio 2004 e guardate cosa c’è scritto… [Al Parma AC per la 14ª consecutiva partecipazione alle Coppe Europee, ndr]. Chiudo dicendo: togliete i grandi club europei che saranno 8, esageriamo 10, ma quale club si può vantare di aver fatto la storia europea? Se non è nessuno, sono in pochi. Questo è un bagaglio che bisogna portare avanti: all’interno della società ci vuole qualcuno che possa trasmettere questo senso di appartenenza a un club storico che ha una storia bella e importante. Ve la butto lì, ma non per fare polemica: sarebbe importante che un giocatore che ha fatto la storia del Parma possa stare vicino ai ragazzi e trasmettere loro il senso di appartenenza e l’importanza di indossare la maglia del Parma».

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Sebastien Frey mostra il premio ricevuto dal Comune di Parma il 14.05.2004 in diretta a PARMATALK 4a puntata 05.11.2024

Sebastien Frey mostra il premio ricevuto dal Comune di Parma il 14.05.2004 per la 14a partecipazione consecutiva alle coppe europee in diretta a PARMATALK 4a puntata 05.11.2024

Sebastien Frey in diretta a PARMATALK 4a puntata 05.11.2024

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