La formazione sperimentale di Henry non ha inciso pià Â di tanto. Buona Italia in fase difensiva, demoliti gli All Blacks in mischia chiusa. Sufficiente la prova di Tebaldi
In una cornice che solo gli All Blacks sanno creare, l’Italia ha fornito una prova di carattere uscendo sconfitta per 20-6, secondo miglior passivo di sempre in test match dopo il 31-21 del 13.10.1991 a Welford Road in Coppa del Mondo (in precedenza ci fu un 18-12, primo incontro tra le due nazionali, a Rovigo il 28.11.1979 anche se questo incontro non viene classificato come test match agli antipodi ma è comunque un precedente).
E’ stata una “Nuova Zelandina” quella vista a San Siro; alcuni esordienti, diversi elementi con pochi caps ed alcuni big in panca che il campo l’hanno visto poco o nulla (tra una settimana c’è l’Inghilterra) il che ha fatto sì che non vi fosse la consueta messe di ricicli fatti a regola d’arte, anzi vi sono stati alcuni errori non da All Blacks, di “ondate” ve ne sono state solo un paio, peraltro non finite bene per la buona difesa azzurra, ed il piede di McAlister non è stato certo pari a quello di Carter. Una sola meta, all’angolo del tallonatore Flynn, su pallone aperto nei ventidue.
L’Italia ha giocato un’ottima partita in fase difensiva, con buona pressione, bei placcaggi ed anche alcuni palloni rubati nei punti d’incontro; in più ha dominato gli All Blacks in mischia chiusa con un Castrogiovanni devastante. E qui spiace rimarcare che il Sig. Dickinson, colui che non si avvide del netto passaggio in avanti, era l’assistente in linea col passaggio, in occasione della decisiva meta di Jauzion in Francia-Nuova Zelanda 20-18 dei quarti di Rwc’07, ha dato quattro punizioni consecutive ai cinque metri all’Italia in finale di gara, quasi dieci minuti sono trascorsi in quel “buco”, senza concedere la sacrosanta meta tecnica (solo un giallo a Tialata). Una meta che l’Italia avrebbe meritato anche moralmente.
Italia che non ha quasi mai giocato il pallone anche se ha avuto un paio di ghiotte opportunità per segnare come quella di Canale, addirittura in inferiorità numerica per il giallo a Garcia, fermato a due metri dalla linea di meta. Riesce anche difficile aprirlo il gioco quando si impegnano cinque-sei uomini nei punti d’incontro mentre gli altri ne portano al massimo due (in un caso addirittura nessun All Black nel raggruppamento ma tutti nella linea difensiva). La gara è stata comunque di sostanza, un paio di punizioni si potevano evitare, anche se vorremmo vedere lo stesso atteggiamento contro gli All Blacks con la a maiuscola. Tra sette giorni la riprova col Sudafrica.
Di routine la partita di Tebaldi, bravo ad andare in pressione ma in fase di possesso non poteva fare molto di più di ciò che ha fatto. Quarto d’ora finale per Favaro che ha dato il suo contributo nei raggruppamenti.