All’età di 54 anni è morto il noto procurato di calcio Mino Raiola. Stavolta la notizia – dopo la fake di due giorni fa – è stata confermata dalla famiglia.
«Con infinito dolore – si legge nel post su Twitter – annunciamo la scomparsa di Mino, il più straordinario procuratore di sempre. Mino ha lottato fino all’ultimo istante con tutte le sue forze proprio come faceva per difendere i calciatori. E ancora una volta ci ha resi orgogliosi di lui, senza nemmeno rendersene conto».
Amministratore delle fortune di molti tra i calciatori più importanti di tutto il mondo (Ibrahimovic, Haaland, Donnarumma, Pogba, Verratti, Mikhitaryan, solo per citarne alcuni), l’agente nato a Nocera Inferiore nel 1967 era legato all’ambiente Parma Calcio da pochi affari conclusi e da molte trattative mai andate in porto: dal tormentone Macheda al tira e molla El Kaddouri, passando per i più recenti sondaggi con Pinamonti e all’ipotesi fantasiosa Balotelli. Tra i suoi giocatori arrivati in maglia crociata si ricordano i nomi di Alessandro Deiola (stagione 2018/2019) e Roberto Insigne (2017/2018).
Il 12 gennaio scorso erano trapelate indiscrezioni sulle condizioni di salute preoccupanti di Mino Raiola, che era stato ricoverato e operato al “San Raffaele” per una patologia polmonare non legata a un’infezione da Covid. Il suo staff, in quell’occasione, si affrettò a precisare che le cure a cui era stato sottoposto rientravano in un ciclo di controllo programmati da tempo, che – a dispetto di quanto rivelato dal quotidiano tedesco “Bild” – non si trovava in terapia intensiva né era in pericolo di vita.
Due giorni fa, poi, la “bufala” riguardo la sua morte – subito smentita da Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del “San Raffaele” di Milano (oltre che presidente del Genoa CFC) – che, però, di fatto è stata premonitrice del triste annuncio arrivato a metà pomeriggio di oggi.