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Presentato a Parma il libro “Io lo conoscevo bene” di Roberto Ghiretti e Leo Turrini

Presentato a Parma il libro “Io lo conoscevo bene” di Roberto Ghiretti e Leo Turrini

Ieri, 4 novembre, alle ore 10.45, presso il Teatro dell’Istituto San Benedetto (ingresso da viale Mentana 58 – Parma), Roberto Ghiretti e Leo Turrini hanno presentato il libro “Io lo conoscevo bene!”.

Ha aperto l’incontro Don Maurilio, parroco della parrocchia di San Benedetto, che ha che ha auspicato che tutti possano incontrare i salesiani e i loro principi nell’educazione dei giovani, affermando che Roberto Ghiretti con il suo libro ci ha aiutato a fare memoria della vita e dei valori oratoriali, così importanti nell’educazione dei più giovani. Ha moderato l’incontro Michele Brambilla, già direttore di QN e della Gazzetta di Parma.

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Alcune battute dalla piacevole chiacchierata di ieri a Parma.

Brambilla“Roberto non è un po’ presto raccontare la tua vita? Hai ancora tante cose da fare!”

Ghiretti: “Ho sempre detto che, quando si ha una certa età, non si deve continuare a fare i tromboni a vita, non posso e non voglio smentirmi da solo. Quella che ho raccontato è la storia di chi ha attraversato varie epoche essendo stato testimone del suo tempo; oggi mancano due amici veri, Giuseppe Brusi e Carlo Gobbi, coi quali ci siamo voluti un bene sincero. Non so se era presto, mi è piaciuto farlo insieme a Leo con quale abbiamo riesumato momenti che ci hanno segnato, ma che abbiamo vissuto sempre con lo stesso spirito, con entusiasmo.”

Turrini: “Ghiretti mi ha detto – mi sento come Ulisse mi sento prossimo alle colonne d’Ercole, avrei bisogno di un Omero – e con tanta stima non potevo davvero esimermi. 12 anni fa ho avuto l’occasione di svelare il mio furto all’ingenuo e generoso Ghiretti; nel 1986 in occasione della Finale di Coppa Campioni a Parma, all’accredito del giovedì mi regalarono una sacca che conteneva prodotti alimentari e mia madre, quando la vide, ne fu entusiasta; il giorno seguente mi accolse Ghiretti, mi chiese se avessi gradito, soprattutto il prosciutto, e io con prontezza mefistofelica dissi: quale prosciutto…corse via arrabbiato coi suoi collaboratori e generosamente me ne portò un altro! Tornai a casa e consegnai il secondo prosciutto a mia madre che mi guardo chiedendomi: ma tu che mestiere fai?”

Brambilla: “Roberto tu non ti sei innamorato della compagna di classe ma del prof. Del Chicca e quindi del volley, è così?”

Ghiretti: Ero un marmocchio felice e avevo il sogno dello sport; ero scarso come atleta, non mi piaceva nemmeno allenarmi, ma organizzavo le olimpiadi per i miei amici, portavo anche le medaglie laccate. Poi ho conosciuto il prof. Del Chicca e la prima volta mi ha visto tirare un calcio al pallone e mi ha sgridato e messo una nota sul registro. Del Chicca è uno dei padri fondatori della pallavolo, insieme a Costa e Anderlini; sapeva entusiasmarti, ci rendeva partecipi e protagonisti. Fu un colpo di fulmine e su di me ha avuto tanti effetti e ha visto in me quelle qualità che poi ho sviluppato facendo questo lavoro.”

Turrini: “Del Chicca avrebbe sicuramente ripreso la citazione – non bisognerebbe mai morire perché non sappiamo mai cosa combineranno gli eredi in nostro nome – Credo che Roberto sia stato uno di quelli che ha dato la svolta al volley sul finire degli anni 80 e grazie agli impulsi e al lavoro di quel periodo la pallavolo è diventata quello che è oggi.”

Brambilla: “Roberto il tuo rimpianto più grande?”

Ghiretti: “Prima di rispondere a questa domanda devo fare una precisazione: un altro incontro della vita che mi ha segnato è stato quello con Carlo Magri. Il rimpianto? Avrei voluto lavorare di più per la Federazione Italiana Pallavolo, non ci sono né colpe né colpevoli, ma avrei voluto dare tutto me stesso la pallavolo; ora è uno sport nazional popolare, è qualcosa di straordinario e nonostante il mio non apporto o piccolo apporto è diventata grande. In Lega Volley nonostante la stima di tutti anche con folli litigate, nel 1999 mi ero accorto che il mio percorso era terminato e con lo scudetto di Roma del 2000 ho messo un punto.”

Turrini: “Il volley ha ancora qualcosa di genuino rispetto al calcio, ma è cambiato tanto anche qui i procuratori fanno il bello ed il cattivo tempo anche nella pallavolo; io personalmente fatico a vedere tutti questi stranieri in campo. La grande forza del volley è la capacità di reclutamento dei giovanissimi, anche a scuola spesso si finisce a giocare a volley, ma quanto hai 16/17 anni al massimo giochi in A3 o A2 mi sembra una direzione sbagliata, ma è uno sport dove c’è ancora una maturità. Anni fa io potevo fare le domande a Maradona, a Senna, ora non ti avvicini a nessuno, nel volley ancora si riesce ad avere una frequentazione umana coi giocatori ed è importante anche per chi scrive.”

Brambilla: “Oggi c’è una differenza enorme tra padri e figli; noi sbagliamo nel dire sempre noi, noi, noi, loro pensano che siamo da rottamare, bisognerebbe saper fondere esperienza e innovazione invece di creare una frattura generazionale così ampia”

Turrini: “Io coi social sono rimasto indietro, io sono rimasto ai TicTac non a TikTok. Noi stiamo vivendo le conseguenze di questa frattura. Lo vediamo nella reazione ai grandi fatti della cronaca e della storia del nostro presente, bisogna cucire dei fili e proprio questo credo sia il filo conduttore del libro, Ghiretti ha sempre creduto nel valore sociale dello sport, per un mondo più inclusivo”.

Ghiretti: In questi anni ho cercato di fare proprio questo, da ragazzo ascoltavo e volevo essere parti dei discorsi dei grandi, ho sempre cercato di capire e di sapere, la conoscenza dobbiamo saperla trasferire con entusiasmo e per creare entusiasmo e conoscenza. In questa sala ci sono quattro persone, Roberto Lamborghini, Nicola Pongetti, Andrea Cerato e Mario Carbonelli che da gennaio 2024 porteranno avanti l’azienda e sono fiero di averla regalata a loro. In 22 anni di percorso in SG Plus abbiamo reso professionali più di 100 ragazzi, qui il connubio ha funzionato, lo scambio generazionale può costruire un mondo migliore e deve volerlo soprattutto chi è più adulto. Aggiungo che sono onorato di essere da anni uno dei dirigenti di Special Olympics, è un’esperienza davvero stimolante che ti aiuta a crescere e a guardare al di là di ogni barriera e pregiudizio.”

Turrini:  “Ghiretti è un uomo per bene, al di  là che sembra un pretone, è incapace di portare rancore, forse per la sua formazione clericale, forse perché ha imparato che la generosità verso il prossimo è ciò che ci caratterizzerà; pur appartenendo a un mondo competitivo ho sempre trovato del buono in lui, mi sono divertito tanto perché come ogni parmigiano ha un po’ di Guareschi dentro di lui, è esempio professionale, ha contributo a formare una classe dirigenziale negli ambienti che ha frequentato. Ma fate attenzione: quando dice farò questo o farò quello, non una promessa è una minaccia. Ci sarà un sequel di questo libro. Il prossimo si intitolerà – Io li conoscevo bene e ovviamente uscirà direttamente su TikTok.”

Il libro, come si evince dalle battute precedenti, è frutto di una bella conversazione di Roberto Ghiretti con l’amico Leo Turrini per raccontare una storia di sport, di passioni e di vita.

“Quando lo sport è vita, forse il mondo diventa un posto migliore”, così inizia l’introduzione al libro, dedicato integralmente all’amore del “Ghiro” per lo sport in particolare per il volley.

In tutto il suo percorso, tra soddisfazioni e delusioni, Roberto Ghiretti non ha mai smesso di pensare e di sostenere che lo sport sia un valore sociale, un veicolo unico di aggregazione, integrazione, inclusione, solidarietà.

Un racconto dal quale si evince una personalità forte, passionale, carismatica che a volte, in alcune circostanze può anche risultare “scomoda”.

Un racconto sincero, una scrittura fluida e ironica di cui solo Leo Turrini è capace e un protagonista che si svela come una persona innamorata del proprio lavoro. Il Ghiro lo hanno conosciuto in tanti, ma forse solo in pochi possono dire di averlo conosciuto bene, perché in fondo anche se in ogni cosa che ha fatto ci ha sempre messo la faccia è pur sempre rimasto una persona timida e riservata.


Roberto Ghiretti è nato a Parma il 3 aprile del 1955. Laureato in giurisprudenza ha costruito una carriera di successi da dirigente sportivo nel volley. Da anni svolge attività didattica nell’ambito dell’organizzazione, comunicazione e marketing dello sport e coordina cicli di lezioni presso i principali master italiani di sport management. È vice presidente di Special Olympics e dal 2001 è CEO di SG Plus, “bottega artigiana” di consulenza per pubbliche amministrazioni, organizzazioni sportive e aziende.
Leo Turrini è nato a Sassuolo nel 1960. È tra i giornalisti che ha partecipato come inviato a più edizioni delle Olimpiadi. Editorialista del quotidiano Nazionale, opinionista Sky e Radio 24. Coi suoi libri vinto il premio Selezione Bancarella Sport, premio Spadolini, premio Dino Ferrari e premio Beppe Viola.

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