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Parma Calcio

Serie D, ultras e “purificazione”

Serie D, ultras e “purificazione”

Come cambia la vita del tifoso e degli ultras. Abitudini, gesti consueti, senso di appartenenza e una valanga di passione. La serie D, come scrivevamo qualche mese fa, avrebbe riportato indietro le lancette e fatto riscoprire il gusto genuino del calcio, lontato dai clamori delle tv e dei padroni del calcio che col passare degli anni hanno imbruttito il giocattolo più bello del mondo.
In questo editoriale dei Boys 1977, dal titolo “Cos’è la serie D?” (del 20 ottobre 2015), ripercorriamo le prime tappe di questa nuova avventura, per certi versi “purificatrice”:

“Ce l’hanno sempre dipinta come un ritratto un po’ sbiadito, ricordi chiusi in soffitta e che sembrano adesso lontani anni luce dai moderni impianti sportivi, da Sky, e dai talk show patinati che affollano i canali televisivi. Certo, un’idea ce l’eravamo fatta, ma trovarcisi con tutti e due i piedi è un’altra cosa.

I più giovani di noi sono cresciuti nel calcio moderno, già inquadrati in quello che i media definiscono “modello inglese”, che di inglese ha ben poco se ci si guarda dentro. Adesso la musica è cambiata, ci viene da dire per fortuna! Le code ai botteghini non sono più frutto di lunghe procedure di identificazione, ma sono dovute semplicemente al numero ingente di tifosi che domenica dopo domenica tenta di acquistare un tagliando per la partita in casa od in trasferta. Quell’orribile gabbia che tagliava in due Viale Partigiani d’Italia è solo un brutto ricordo, ora (ci voleva proprio la serie D per capirlo…) la perquisizione, più sommaria, viene svolta già all’interno dell’impianto evitando il solito tira e molla all’italiana portato avanti dai fenomeni in pettorina gialla. Anche gli stadi sono molto diversi, scordiamoci gli anelli color arcobaleno di San Siro dai quali a mala pena si riusciva a distinguere il colore della casacca, basta fossati e divisori, qui c’è del gran cemento e delle reti verdi di quelle che si comprano al supermercato. Bisogna però essere onesti e ammettere che ci sono alcuni aspetti che mancano in questa categoria e che sono la linfa vitale dell’essere Ultras. Ad esempio, la mancanza di tifoserie rivali si sente, eccome se si sente…
In questo senso la trasferta rischia di diventare una scampagnata enogastronomica, ciò che ci preme è che non si perda di vista il nostro essere, fatto di confronti con tifoserie avversarie fuori e dentro il campo. Il vizio delle partite ad orari improponibili, anch’esso aspetto negativo di questa categoria, è difficile da perdere e anche quest’anno ci ritroviamo in trasferta di mercoledì o giovedì alle 15.30. Ora che c’è entusiasmo e partecipazione massiccia questo problema è tornato ad interessare un po’ tutti i parmigiani, noi ormai ci avevamo fatto il callo già sapendo che avremmo dovuto sfruttare le ferie estive durante il campionato.
Ma del resto, cosa non si fa per seguire la Crociata? Ora che in campo non sfilano più dei montati, dei supereroi strapagati, ma ragazzi giovani e volenterosi di dimostrare quello che possono fare…è un’emozione unica vederli che a loro volta si emozionano e non vedono l’ora di lanciarti la maglia tutte le domeniche…anche se poi il mister sgrida perché finiscono! Sono ragazzi come noi, gente comune che quando vince lo fa per tutti noi e per la maglia che indossano, che crede nel progetto Parma 1913 e che ce la sta mettendo tutta per divertire e divertirsi. Sostanzialmente, a Parma è in essere un bel bagno di umiltà, che ha fatto bene a tutti.

Troppo spesso abbiamo noi per primi peccato di presunzione vivendo sulle glorie del passato, quando invece bastava molto meno per fare tanto. Quanti fischi che piovevano alla terza o quarta di campionato se si pareggiava con una prestazione mediocre… invece di attendere l’esito della stagione troppe volte la Nord puntava il dito da subito, con un atteggiamento che di costruttivo non aveva nulla. Adesso invece siamo cresciuti, stiamo cominciando a capire quale sia il vero senso della serie D e dell’essere parmigiani e tifosi del Parma. Stiamo riscoprendo il senso di appartenenza che un calcio di plastica ci stava succhiando via giorno dopo giorno, senza che ce ne accorgessimo. E poi un giorno ti svegli e dici basta, basta a presidenti ladri, basta alle dinamiche da italiani, basta tutto questo, e ti riprendi il Parma! La strada sarà lunga e ci sarà da faticare, ma dobbiamo fare di necessità virtù, prendere quello che la serie D può darci di positivo, e sperare di salire al più presto in Lega Pro, dove finalmente si tornerà a vivere la vera vita da Ultras.
Per questo, perché siamo il dodicesimo in campo, perché dobbiamo tornare al più presto al posto che ci spetta…non tiriamoci indietro ma andiamo avanti, andiamo al Tardini e andiamo in trasferta! PARMA SIAMO NOI, SOLO NOI!”.

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