C’è sempre una prima volta. Nella sua secolare storia calcistica il Parma non ha mai disputato i playoff, in qualsiasi categoria. La partecipazione di quest’anno è sicuramente un evento straordinario, che richiamerà l’attenzione di migliaia di tifosi e appassionati, ma che allo stesso tempo incute un po’ di timori. I playoff del calcio, è rinomato, sono una lotteria, dove il minimo errore viene pagato a caro prezzo.
A dire il vero sono soltanto tre i campionati disputati dai crociati che prevedevano i playoff: la serie B della stagione 2008-09 (secondi in classifica), la serie D dello scorso anno (primi in classifica) e il campionato attuale. Al terzo tentativo, dunque, il Parma e i suoi tifosi potranno assaggiare il gusto variegato dei playoff, tra rischi, trappole ed entusiasmo contaminante.
Nulla a che fare con lo storico spareggio del 1978 a Vicenza, contro la Triestina, che valse la promozione in serie B. Altri tempi, il calcio è cambiato e oggi per tornare nel calcio che conta bisognerà giocare 6 partite, 2 delle quali ad eliminazione diretta.
In Italia la prima disciplina ad introdurre i play-off fu la pallacanestro nel campionato di Serie A1 1977-1978. Per quanto riguarda il campionato italiano di calcio furono introdotti nella stagione 1993-94 limitatamente ai campionati di C1 e C2 (nella medesima stagione vi fu l’assegnazione, in via sperimentale, dei tre punti per la vittoria): in Serie D sono invece presenti dal 2002-2003.
La Serie B prevede i play-off dal 2004-05, con l’obiettivo di determinare la terza squadra promossa in Serie A (la prima e la seconda classificata sono promosse direttamente).