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Parma e Bologna: nemici in campo, alleati in Lega

Parma e Bologna: nemici in campo, alleati in Lega

Un derby da nemici in campo e alleati fuori. Ecco Parma-Bologna, un sfida che mette in palio punti pesantissimi in ottica salvezza, con D’Aversa e Mihajlovic che si stanno studiando a distanza.

Intanto, lontano dal rettangolo di gioco, cioè nelle stanze della Lega di serie A, si sta consumando un’altra partita, quella del possibile ingresso dei fondi di investimento Cvc, Advent e Fsi e la conseguente nascita di una media company italo-americana – finalizzata alla gestione dei diritti tv – che garantirebbe ai club introiti complessivi per un miliardo e settecento milioni (i criteri di spartizione non sono ancora stati decisi).

In sostanza, il Parma di Krause (oggi a Milano era rappresentato da Marco Ferrari di Nuovo Inizio), il Bologna di Saputo e la Roma di Friedkin  hanno creato un fronte comune a sostegno del presidente della Lega Dal Pino e – quindi – dell’ingresso dei fondi esteri. Un fronte che mira ad allargarsi e a coinvolgere i club indecisi in tempi brevi, anche perché nelle prossime ore bisognerà trattare l’assegnazione dei diritti tv per il triennio 2021/2024; e i giochi non sono così scontati, anzi. Sullo sfondo restano il canale della Lega Calcio e l’ombra “ingombrane” di Amazon.

“L’assemblea odierna è stata rinviata a giovedì prossimo e, quindi, non è stata presa alcuna decisione sul fronte “fondi”.
“Ho invitato la Serie A a ragionare insieme – ha spiegato Dal Pino al termine dell’incontro con le 20 società di A -. Da tempo abbiamo intrapreso il percorso della media company, per arrivare a fare un nostro canale e per avere stabilità e una migliore governance. C’è stato molto dibattito, ma sempre puntuale e civile. È abbastanza normale che su temi simili, anche all’interno della Lega, sia difficile trovare consenso. Serve un ampio accordo, la quasi unanimità. Non bisogna forzare. Bisogna seguire i tempi e le modalità corrette perché ciò avvenga. Non si è parlato di Superlega e nemmeno dei criteri di distribuzione dei fondi ai club”.
Per l’approvazione di quella che si preannuncia come una rivoluzione epocale per la serie A, serviranno 14 voti (su 20), cifra che al momento non è stata raggiunta.

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