Un punto pieno di veleni, sospetti e polemiche. Il Parma continua la sua striscia positiva ma viene fermato nuovamente in casa, questa volta dalla Ribelle. Un punto che mantiene inalterati i distacchi in classifica, complice la clamorosa sconfitta del Forlì a Correggio (2-1) e la contemporanea vittoria dell’Altovicentino. Sull’1-1 finale, però, pesano in modo determinante le assurde e incomprensibili decisioni dell’arbitro, il signor Santoro di Messina; un arbitro inadeguato per la categoria, condizionato dal clima “caliente” del Tardini e dal fascino delle telecamere di Sky, che alla fine ha penalizzato entrambe le squadre, anche se la seconda ammonizione di Baraye (esultanza dopo il gol con un passamontagna gialloblù) e la prima di Amati sono giuste e legittime, ma è l’atteggiamento complessivo della terna arbitrale che indispettisce (la prima ammonizione di Baraye per simulazione è un errore di valutazione perché l’attaccante senegalese frena la propria corsa e si scontra involontariamente con il difensore che arriva da dietro), perché alcune decisioni sono frutto di strane regole compensative e soprattutto – ripeto – di un’evidente sudditanza psicologica.
L’1-1 finale, dunque, è un risultato falsato che ha innervosito tutto il Tardini, giocatori in campo e spettatori sugli spalti. Per fortuna il distacco dalla seconda è di nove punti, un margine più che rassicurante, soprattutto ad una settimana dal big match di Forlì.
Condizionamenti ed errori a parte, la partita è stata combattuta e tirata fino all’ultimo, anche a causa del terreno di gioco scivoloso per la costante e pungente pioggia. Il Parma è partito forte, con il piede pigiato sull’acceleratore, proprio come aveva chiesto Apolloni in settimana. Al 22′ arriva il gol del vantaggio: Musetti (grande prova) ruba palla sulla destra, entra in area e crossa al centro per Baraye, il quale corre incontro al pallone, con una leggera torsione del corpo trova la giusta coordinazione e calcia in porta per l’1-0 (imparabile). L’esultanza, simpatica ma inopportuna considerando che era stato ammonito pochi minuti prima, e il conseguente caos è storia già nota. L’inferiorità numerica irrobustisce ancora di più il carattere dei crociati che in difesa concedono poco, se non due conclusioni da fuori area neutralizzate da Zommers.
Nella ripresa la Ribelle cambia volto con l’ingresso di Bernacci, centimetri ed esperienza a irrobustire il reparto offensivo. Il gol del pareggio arrivasi quasi subito: cross dalla sinistra di Lari e spaccata vincente di Bernacci al centro dell’area di rigore (anticipato Corapi). 1-1 e palla al centro. Il Parma è un pugile che ha appena incassato un montante ma non barcolla, anzi reagisce subito con lo scatenato Musetti e con Simonetti, sfortunato nel colpire la traversa con un bel destro dal limite. Al 21′ la sorte pareggia i conti: angolo della Ribelle, il pallone finisce a Tomassini che ha il tempo di aggiustarsi il pallone e mirare l’angolino, ma il suo destro a girare si stampa sulla parte superiore della traversa e termina fuori. Pericolo scampato. La domenica dei pareggi completa il suo bizzarro percorso al 22′ quando l’arbitro Santoro decide di ristabilire la parità numerica, compensando l’errore precedente con un altro strafalcione: Amati inciampa sul piede di Corapi ma il suo gesto viene giudicato falloso (nello specifico fallo da tergo): secondo giallo ed espulsione. Al 40′ l’ultimo sussulto della Ribella con una rovesciata fuori misura di Graziani.
E’ un punto che fa classifica e, viste come si erano messe le cose, che mantiene inalterato il distacco in classifica sulle inseguitrici. In un pomeriggio così intricato, in perfetto “english style”, è difficile fare valutazioni di natura tecnica, anche se alcuni aspetti non sono passati inosservati, come l’inadeguatezza di Corapi sulla fascia sinistra e la “bocciatura” di Guazzo (in panchina), quest’ultimo superato nelle gerarchie dal “convalescente” Longobardi, anche oggi in campo nella ripresa e osannato da tutta la curva nord. A parte questi piccoli dettagli, il Parma si conferma squadra dal carattere forte, Cacioli è l’emblema: picchia, urla, anticipa chiunque passi dalle sue parti. Ma è anche un Parma cinico, concreto, che però ha perso la pazienza nei confronti degli arbitri, le parole di capitan Lucarelli a fine partita sono esaustive: “Ci siamo rotti i coglioni”. In questo clima da “intifada” il Parma si prepara al big match col Forlì, in terra romagnola: un match ball da non fallire, ma da affrontare con più calma e saggezza, perché in fondo è il Forlì che deve scalare la montagna, mentre i crociati hanno già imboccato la discesa che porta verso il traguardo.