In esclusiva per la redazione SportParma, l’attaccante crociato Pontus Almqvist si è raccontato in un’intervista “a tutto campo” ai nostri microfoni.
Lo svedese, arrivato a metà agosto, sta già lasciando il segno con un 25% di partecipazione ai gol segnati dai Crociati: il suo assist contro il Milan e la rete (da ex della partita) di Lecce hanno aiutato la squadra raccogliere 4 punti. Il classe 1999 di Nyköping si è raccontato in un’intervista alla nostra redazione, condensando le emozioni di questo primo mese e mezzo nel Ducato: dalla non-esultanza al “Via Del Mare” fino ai sogni nel cassetto per la sua vita, passando per il rapporto con i compagni e con mister Pecchia. Alla scoperta di Almqvist, l’uomo portato dal vento del nord nella città di Parma.
Pontus, a Lecce il tuo primo gol con il Parma ma anche il gol dell’ex. Quanto ti è costato non poter esultare liberamente?
«Il primo gol è sempre speciale, ma non vedo l’ora di segnare di nuovo per mostrare a Parma la mia vera celebrazione».
Hai riaperto una partita che era chiusa fino al 92’. O, almeno, così sembrava.
«Questo è il mio lavoro: sfruttare al meglio ciò che ottengo, è bello aiutare la squadra con quello che posso fare».
Ti era mai capitata in carriera una rimonta come questa?
«Penso che questo sia in cima alla lista delle rimonte, segniamo 2 gol in 2 minuti e questo mostra come siamo come squadra».
Al Lecce ti bastarono 85’ per segnare il tuo primo gol italiano; stavolta 119’ in 5 presenze col Parma. Sei uno che sa come presentarsi bene.
«Voglio mostrare cosa posso fare fin dall’inizio: ho solo bisogno di farlo per un’intera stagione, poi tutto andrà a posto».
Fuori dal campo come ti descriveresti? Come trascorri il tuo tempo libero?
«Sono un uomo rilassato e mi piace stare a casa con la mia ragazza o gli amici per prenderla comoda. Medito e leggo libri per migliorarmi ogni giorno».
Sei riuscito a visitare Parma? Arrivi dal nord Europa, hai giocato nel sud Italia: come si vive qui?
«Visito molto Parma e mi piacciono molto i ristoranti e la città, è una buona atmosfera. L’unica cosa che mi manca è l’oceano».
Il tuo ambientamento con la squadra come procede? Con quali compagni hai legato di più?
«La squadra è fantastica, con un sacco di brave persone. Posso essere me stesso qui. Ho legato con molti giocatori, ma soprattutto con Bonny, Bernabé, Circati e Leoni».
Pecchia non ha fatto mistero di esser stato fin da subito ben impressionato da te.
«Il mister per me è molto bravo e rende la squadra felice in campo. Per me è molto importante sentirsi self-confident, sicuri di sé».
Fin qui qual è la richiesta che ti ha fatto più spesso il mister?
«Fiducia. E lui ci fa sentire liberi nella mente per giocare il nostro miglior calcio».
Per ora 5 gare da subentrato: già 1 assist e 1 gol. Entrare in corso non è per tutti.
«Voglio mostrare cosa posso fare: se gioco 90 minuti o 30 minuti, farò sempre del mio meglio per aiutare la squadra».
Lunedì arriva il Cagliari al Tardini: ti aspetti di giocare titolare?
«Non ci penso. La prendo come viene, mi concentro sull’essere libero nella mia mente quando gioco e non sprecare energia per cose che non posso controllare».
Che insegnamento ti porti a dietro dal calcio svedese, russo e polacco?
«Ho imparato molto, ora sono più forte mentalmente adesso».
Il tuo sogno nel cassetto, nel calcio e nella vita.
«Voglio vedere quanto posso essere bravo. E anche giocare per la selezione nazionale. Nella vita voglio avere una famiglia, in futuro, e vivere vicino al mare».
Ultima curiosità: sei riuscito a parlare con il tuo connazionale Ibrahimović dopo Parma-Milan? O il tuo assist ha “rovinato” i piani”?
«Non l’ho visto dopo la partita, quindi non ho potuto parlare con lui. Forse era arrabbiato».