Entra in contatto:
carmignani2011 bis 179457122

Calcio Serie A

Il Gede: Il Bologna era più motivato. Delusione Belfodil. Ferguson un grande manager

Il Gede: Il Bologna era più motivato. Delusione Belfodil. Ferguson un grande manager

Nuovo appuntamento con la rubrica "Il gede risponde" firmata dall'ex allenatore del parma Pietro Carmignani. Il Gede analizza la sconfitta del parma nel derby con il Bologna e fa una panoramica su lresto della giornata del campionato di Serie A dove ieri sono stati emessi gli ultimi verdetti. Resta aperto solo il discorso per il terzo posto.

.

Il Parma festeggia il ventennale di Wembley ma perde il derby. Che partita ha visto?
“ho visto un Bologna di spessore, che si è ritrovato dopo due sconfitte pesanti contro Lazio e Napoli. Mentre il Parma si è ritrovato di nuovo perdente. In questo finale di campionato, quando le partite hanno poca importanza per la classifica, può succedere di tutto. Diciamo che il Bologna è sembrato più motivato. Il Parma era partito forte, prendendo campo, è stato bravo il portiere Stojanovic a sventare un paio di grosse occasioni. Poi la partita si è equilibrata. Buon primo tempo, poi sul secondo tempo il solito errore della difesa: era in linea ma troppo statica”.

Da ex portieri come giudica la prestazione del 19enne Stojanovic?
“Ha fatto bene Pioli a dargli fiducia. Ha fatto buone parate, magari deve migliorare stilisticamente, ma è stato reattivo. Ha personalità. Promette bene”.

Pioli ha vinto la sua prima partita al Tardini, da avversario, ma in sala stampa è stato un signore dicendo che non ha nessun sassolino da togliersi. Cosa ne pensa?
“Credo che Pioli sia un signore, viene da una famiglia eccezionale. Sa nascondere bene le cose, perché lui rimase male dell’esonero. Non si aspettava di essere esonerato, ma lui è un signore che ha superato quella delusione. Sono convinto che Pioli avrebbe salvato il Parma; lui spera di tornare un giorno a Parma, anche se credo sia sempre difficile allenare nella città dove vivi”.

Un domani il Parma potrà ripetere l’impresa di Wembley? Oggi si può fare concorrenza ai grandi club con budget ridotti?
“E’ difficile ripetere l’impresa di Wembley perché oggi le società cercano solo giocatori già fatti, si punta molto sugli svincolati e si dà poco spazio al settore giovanile. L’unica strada per combattere lo strapotere degli sceicchi è affidarsi alla bravura dei propri allenatori e dei settori giovanile, oltre ovviamente a scoprire giovani talenti”.

A proposito di talenti: come giudica la prestazione di Belfodil?

“A volte sembra anche presuntuoso, andrebbe preso con le maniere giuste e fargli capire certe cose. Non sta esaudendo le attese di società e allenatore. Forse a gennaio si è illuso per le voci di calciomercato. Nel calcio è giusto che chi può dare 8 deve dare 8. Lui è da 5-6 in questo momento”.

La festa per il ventennale di Wembley non ha portato sugli spalti il pubblico delle grandi occasioni. Perché?

Era logico aspettarsi più tifosi sugli spalti, ma la gente non va allo stadio alle 3 per stare fino alle 8. Si è rivisto anche Stefano Tanzi, sono felice per lui”.

Passimo al resto del campionato: resta aperto solo il discorso relativo la terzo posto…
“Sì, resta aperto il discorso terzo posto, ma è difficile che domenica prossima il Milan non vinca a Siena. E’ difficile che succeda qualcosa di impensabile. Ieri Allegri è stato coraggioso e bravo nel mettere in campo insieme a Balotelli anche Robinho e Pazzini, pur in inferiorità numerica. In fondo perdere non avrebbe cambiato niente. La Roma ha fatto ottima partita, è stata deficitaria in attacco, ma ha avuto un gran ritmo.

L’Udinese è ad un passo dalla qualificazione in Europa League. E’ una sorpresa?
“L’Udinese è una grande del campionato, basta definirla come una sorpresa. Andrà in casa dell’Inter per ottenere la qualificazione, contro una squadra decimata dagli infortunati. Moratti dice che ha già deciso quale sarà il futuro, ma secondo me non è così. L’Inter dopo il triplete non ha avuto più una programmazione, ha cambiato quattro allenatori senza mai dare l’idea di una precisa programmazione”.

Palermo e Siena salutano la serie A. Rimpianti?

“Zamparini dice che orifonderà la squadra, ma sono sempre gli stessi discorsi. Lui ha sbagliato tanto in questa stagione; se fosse rimasto Sannino probabilmente sarebbe ancora in serie A. Con il paracadute si hanno i soldi per rifondare, certo, ma non è mai facile vincere la serie B; diciamo che è sempre meglio restare in A. Il Siena sta chiudendo la stagione in modo dignitoso dopo una stagione piena di problemi. Il Genoa si è salvato, ma non credo che i meriti di Ballardini siano enormi. Il Genoa ha una rosa di grande qualità, si sarebbe salvata anche con De Canio”.

I pareggi di Marassi e del Bentegodi fanno nascere qualche sospetto sulla regolarità di queste due partite?
“A Genoa è stata partita vera, l’Inter ha cercato di vincere. Più antipatica la partita Chievo-Torino. All’inizio brutto Torino, poi si è ripreso e ha agguantato il pareggio. Poi i risultati che arrivavano dagli altri campi ha nnoalimentato le probabilità di salvezza e quindi l’andamento della partita”.

La festa della Juventus e la campagna di rafforzamento che potrebbe mietere vittime eccellenti, tra questi anche Giovinco?

“E’ evidente che per la Champions League occorre qualcosa di più in attacco. Giovinco? E’ sparito nel finale di stagione, prima aveva dato dimostrazione di avere un buon potenziale. Lui dovrebbe avere una squadra che ruota attorno a lui, ma questo la Juve non può permetterselo. A Parma era così, era libero di muoversi come voleva. Io lo terrei alla Juventus, bisogna capire se lui accetterà di non essere un titolare”.

Infine il ritiro di Ferguson. Cosa lascia al mondo del calcio?

“A me sembra che sia il capo e il papà degli allenatori. Una persona eccezionale. Ha avuto tre grandi meriti: ha vinto tutto, anche in Scozia; ha saputo scegliere e valorizzare giocatori che non erano esplosi come Ronaldo e poi li ha venduti a peso d’oro; ha saputo rinnovarsi tatticamente abbandonando il classico gioco all’inglese, fatto di cross e mischie, sviluppando un calcio più ragionato con palla a terra. Insomma, dai piedi ruvidi è passato ai piedi buoni. E’ stato un grande manager prima che allenatore”.

Commenti
Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità

Altri articoli in Calcio Serie A