Fabrizio Biasin, caporedattore allo sport del quotidiano Libero, ha commentato la prestazione del Parma a San Siro contro l’Inter durante la ospite della 9ª puntata della 5ª edizione di PARMATALK (clicca qui per vedere), andata in onda ieri sui canali web e social di SportParma.com.
Il giornalista, noto esperto delle cose nerazzurre, ha analizzato e apprezzato la performance dei crociati allo stadio “Giuseppe Meazza”: «È vero che non c’è stata partita dal punto di vista del risultato, però io non ho visto un Parma completamente in disarmo. Tatticamente è riuscito a portare delle idee. Tendenzialmente, quando una squadra viene viene a San Siro contro l’Inter non dico che si arrenda subito, ma fa fatica a esprimere la propria idea di calcio; invece, il Parma lo ha fatto. Io ho visto alcune soluzioni tattiche molto molto interessanti: tutte le volte che c’era un calcio d’angolo l’Inter non riusciva a portare su troppi giocatori, come fa in genere, perché perché Pecchia, secondo me in maniera intelligente cercava di mantenere due o tre giocatori sulla linea di centrocampo costringendo l’Inter ad arretrare un po’, che è quello che devi fare quando affronti la squadra di Inzaghi. Dopodiché, sono venuti fuori i valori strada facendo: l’Inter arrivava – cosa che non le è mai capitata – da una settimana di riposo. Quindi erano tutti al 100% ed è venuta fuori un po’ la squadra che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo anno e mezzo. Però, a me il Parma in particolare nei primi 60 minuti non è dispiaciuto affatto».
Biasin ha sposato la filosofia “green” dei ducali che contro l’Inter avevano un’età inferiore di 5 anni e 278 rispetto all’undici proposto da Inzaghi (clicca qui): «L’anno scorso il Parma ha fatto non dico un campionato a parte, ma ma poco ci manca, nel senso che aveva qualcosa in più delle sue avversarie e, secondo me, ha portato questo tipo di filosofia di calcio anche in serie A. Tendenzialmente, quando vieni in Serie A, tante volte rischi di snaturarti e diventi un filo più pragmatico, e quindi per portare a casa i punti abdichi un po’ al tuo credo; invece, Pecchia per me ha le idee molto chiare. È una squadra giovanissima, perché sono veramente tutti ragazzi praticamente di 20 anni: una filosofia che non è spregiudicata. È una filosofia che secondo me porta frutti. Io tra tutte le “piccole”, diciamo quelle che sono da parte destra della classifica, penso che il Parma sia quella con le idee più più chiare e con le prospettive più a lungo termine perché – ripeto – ci sono veramente tanti ragazzi molto molto giovani e promettenti».
Il noto giornalista lombardo ha speso parole d’elogio per il centrocampista Adrian Bernabé, a sua avviso unico giocatore assieme a Nico Paz di un livello superiore per le squadre in lotta salvezza: «Lo vedrei bene in qualunque tipo di squadra che ha intenzione di fare un certo tipo di calcio, perché è quel tipo di ragazzo molto promettente in grande crescita che mi sembra perfetto per questo nuovo calcio che molti definiscono “posizionale”, con un termine molto brutto: però, è veramente bravo e capace. Si vede che ha una prospettiva importante. Io ne vedo due in campionato che hanno un livello superiore: uno è Bernabé, che purtroppo si è fatto male, l’altro è Nico Paz del Como, che ha una visione di calcio secondo me stratosferica».
Infine, una considerazione sulle proprietà statunitensi (già otto e, forse, a breve anche di più) presenti in Serie A: «A me non spaventa questa situazione. Il calcio in Italia e in Europa va in questa direzione: ci sono proprietà americane o straniere o si va nelle mani dei fondi, che vengono nel tentativo di fare quattrini, che passa anche dai risultati di campo. Una volta c’erano i grandi padroni del calcio che buttavano i soldi, adesso nessuno butta più un centesimo. Questa è una buona notizia: le società vanno gestite secondo quello che riescono a produrre. Adesso mi sembra tutto un filo più sensato» ha così chiosato Biasin.
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