Era stato lui stesso ad anticiparlo nell’ultima puntata della sua rubrica su Sportparma. Anzi forse il ritiro di Adriano Malori al Tour de France era già scritto ancora prima che la lista dei papabili per la Grande Boucle venisse ufficializzata: i segnali che stava mandando il suo fisico – leggasi condizione di forma – erano chiari, anche se da interpretare con cognizione di causa. E allora è giusto alzare bandiera bianca, non c’è nulla di male, talvolta basta poco per riprendersi, talvolta no.
Cose che capitano, inconvenienti del mestiere, conti che puoi pagare – non necessariamente in modo salato – a patto che non compromettano il resto della stagione, soprattutto se punti ad un obiettivo importante come può essere un Mondiale a cronometro da giocare in casa con un percorso che ti arride.
Così oggi 5 luglio, a 95 km dal traguardo, nel corso della Montpellier-Albi di 205,5 km, 7a tappa del Tour numero 100, dopo aver scalato due “gpm”, di cui un colle di 2a categoria che ha tagliato le gambe a tutti i velocisti, la lombosciatalgia – riacutizzata sul finire della frazione del giorno prima – ha avuto il sopravvento costringendo Adriano ad arrendersi, abbandonando la corsa in prossimità del rifornimento.
Certo, lasciare un palcoscenico importante come il Tour da fastidio, ma sarebbe stato peggio continuare a correre, soffrendo e trasformando la campagna francese in un calvario senza mai lasciare un segno della propria presenza.
Cose che capitano ed inconvenienti del mestiere si diceva, ma l’importante ora è curare questa noia fisica per poi improntare una nuova preparazione in vista degli impegni futuri.
Dopo il trionfale Bayern Rundfahrt, in cui ha toccato l’apice stagionale e dove forse bisognava stare a riposo, per il nostro Adriano Malori è stato un mese poco felice e fortunato – al Giro di Slovenia non riuscì a lasciare il segno nel prologo di Lubiana mentre al Campionato Italiano a crono raccolse un terzo posto, incassando consapevolmente la vittoria di Pinotti – che tuttavia non deve inficiare la buonissima prima parte di stagione e nemmeno condizionare la seconda.
Da adesso in avanti c’è tutto il tempo per recuperare le energie psicofisiche spese prima e durante il Tour e concentrarsi sull’appuntamento iridato.