Il consiglio federale riunitosi a Napoli ha deliberato quanto ormai si temeva. Dopo la mancata iscrizione dei Crociati Rugby, nessuna cessione del titolo sportivo a Giallo Parma, la società che ha provato a mantenere una squadra del territorio in Eccellenza
Parma fuori dal massimo campionato italiano di rugby. Questa non è una novità in quanto in tempi andati ciò accadde, più volte, poiché la Rugby Parma non riuscì a conservare sul campo il suo posto nell’élite. I Crociati Rugby, eredi di quella gloriosa e antica società dopo matrimonio, non consumato, tra i gialloblù con la Rugby Noceto, si sono estromessi da soli non iscrivendosi, come noto, causa problemi finanziari; gli stessi che portarono la Rugby Parma al matrimonio, forzato, di cui sopra. Giallo Parma, la società che si era messa in pista per provare a rilevare il titolo sportivo non ha avuto forze e garanzie sufficienti per poterlo fare.Troppi i debiti, troppe le incertezze, nessun magnate ma le stesse persone o quasi. Si chiude mestamente l’avventura dei Crociati Rugby durata appena tre anni tra presidenti “fantasma” (il primo) e debiti accumulati già nella prima stagione e tuttora da saldare. Affonda definitivamente quello che l’allora direttore sportivo, Salvatore Sau, indicava come “progetto Parma” e che già alla seconda stagione stava imbarcando acqua. Con esso il progetto TerraOvale, fortemente voluto da Massimo Giovanelli, erede di una situazione pesante, che cercava di coagulare le varie anime rugbystiche del territorio per dare sostanza ai Crociati e avviare una nuova stagione ovale ma visto con scetticismo e non abbracciato soprattutto dalle componenti cittadine. La Rugby Noceto ha provato a tenere vivo il rugby fuori dal “suo territorio” ma non ce l’ha fatta, vittima di quel matrimonio d’interessi, di chi?, e di una crisi economica che con l’arrivo di Villani sembrava poter essere meno vistosa. Invece, niente dote. Ora Parma tornerà a gustarsi la sua stracittadina, quella vera tra Rugby Parma e Amatori, ma nella cornice di una misera serie B. In attesa di una nuova, più lunga, resurrezione.