Parma Calcio
La filosofia di Cuesta: calcio fluido, modulo 4-3-3, possesso e pressing alto

In attesa della firma e dell’ufficialità di Carlos Cuerta (29 anni) sulla panchina del Parma (leggi qui) – il cui arrivo in terra emiliana, secondo quanto riportato da Fabrizio Romano, dovrebbe avvenire in giornata –, conosciamo meglio le caratteristiche del futuro allenatore crociato.
Il classe 1995 maiorchino (lo attende un biennale da quasi un milione d’ingaggio) diventerà l’allenatore più giovane nella storia della massima serie italiana, superando l’inglese David Platt che fu nominato tecnico della Sampdoria nel 1998 all’età di 32 anni e 193 giorni.
La sua filosofia di gioco è influenzata dall’esperienza con Mikel Arteta all’Arsenal, con un forte focus sul possesso palla e sullo stile “tiki-taka” spagnolo.
In Inghilterra gli addetti ai lavori hanno definito il suo approccio “innovativo e dinamico alla tattica. Il suo modulo preferito è il 4-3-3: non un modulo statico, ma piuttosto fluido, con una forte enfasi sul possesso palla e sulle transizioni rapide”. Al 4-3-3 di base alterna il modulo 4-2-3-1, che in fase di non possesso si trasforma in 4-4-2. Concetti di calcio moderno che fino ad oggi in Italia non hanno portato grandi risultati, soprattutto per quanto riguarda la zona retrocessione. Ma mai dire mai. Di sicuro il calcio nostrano ha bisogno di un nuovo corso, di nuove idee.
A 30 anni ancora da compiere e con una, seppur breve, carriera da vice allenatore (prima nelle giovanili della Juventus e poi di Arteta), l’iberico si appresta a sbarcare in Italia con la nomina di “allenatore moderno” che avrà l’obiettivo di far giocare bene la sua squadra e, possibilmente, vincere. Il Parma ha scelto: largo ai giovani anche in panchina, anche in questo caso (come con Chivu) esordienti.
Ecco un’analisi delle principali caratteristiche di mister Cuesta all’Arsenal in qualità di vice allenatore di Mikel Arteta:
– Pressing alto e riconquista immediata: le sue squadre cercano di recuperare il pallone velocemente dopo la perdita, esercitando una pressione coordinata.
– Rotazioni a centrocampo: un paly e due mezzali. I tre centrocampisti sono molto mobili, alternandosi nelle posizioni per creare superiorità numerica.
– Esterni offensivi molto larghi: gli attaccanti laterali allargano il campo, permettendo ai centrocampisti di inserirsi centralmente. Preferisce esterni a piedi invertiti.
– Costruzione dal basso: il gioco parte sempre dai difensori, con passaggi brevi e movimenti studiati per evitare il pressing avversario.
(di Antonio Boellis e Leonardo Cavalca)
