Ovunque si arrivi c’è sempre una grande folla gioiosa, entusiasta al passaggio del parmigiano Norberto De Angelis in handbike e curiosa di capire il motivo di una sfida del genere, mai avvenuta prima, attraverso la Tanzania, per 750 km.
La disabilità da queste parti è un tabù, frutto del malocchio, un fardello per chi la vive e per la famiglia.
Norberto vuole dimostrare che si può e si deve reagire, si può e si deve dire no al pregiudizio e all’ignoranza. Per questo è in Tanzania, per la seconda volta, dopo 20 anni, quando era partito volontario con CEFA Onlus per un progetto di cooperazione. “Era la mia prima vita”, dice lui stesso. Ora invece, nella sua seconda esistenza, è qui per sostenere il progetto LESS IS MORE sempre creato da CEFA, che rischia, per mancanza di fondi, di sospendere le attività di formazione e l’inserimento lavorativo di molti disabili, persone che in Africa, più che altrove, hanno bisogno di credere in loro stesse e di capire che, se si vuole, tutto è possibile.
La squadra organizzativa al completo è arrivata qualche giorno fa a Dar Es Salaam, da subito in fermento per quest’iniziativa: tutti i media tanzaniani erano presenti alla conferenza stampa, lo scorso giovedì 17 ottobre, all’Ambasciata Italiana, che si è prodigata per il suo successo.
È da circa un anno che dall’Italia quest’impresa è stata organizzata nei minimi dettagli. Poi l’Africa trasforma tutto: da progettazione, logistica, itinerario, ora è incontro, volti, luoghi e storie. Come quella di Andrew, il ragazzo sordo che ha frequentato i corsi organizzati dal progetto LESS IS MORE ed è appena stato promosso chef. O come quella di David e Barack sempre in giro col loro bajaj (ape-car) e la carrozzina per ottenere diritti per i disabili e l’abbattimento delle barriere architettoniche. “In questi giorni, visitando il progetto – che coinvolge anche le madri di bambini disabili in attività di artigianato, generatrici di reddito – sto prendendo lezioni di vita”, ha detto commosso il recordman.
La partenza della traversata è avvenuta da Matembwe, dove la comunità locale e la diocesi gestiscono un mangimificio, un allevamento di polli e una piccola centrale idroelettrica, realizzate sempre da CEFA, tutte attività che danno lavoro e reddito alla comunità locale, oltre che dotare ogni casa di elettricità.
Dopo parecchie ore su strada sterrata e spesso sconnessa, e tanto sudore, Norberto ha raggiunto la prima tappa, Njombe, dove CEFA ha creato una latteria sociale che fornisce latte di qualità alle scuole locali e formaggi ai ristoranti e alberghi di Dar Es Salaam e Zanzibar, dando un mercato alla produzione di latte e garantendo agli allevatori locali prezzi stabili ed equi. E sempre a Njombe, Norberto ha avuto la visita più intensa: ha incontrato 105 bambini non udenti della scuola primaria e secondaria fondata dalla Chiesa luterana. “Con coraggio e determinazione, e con il vostro talento, voi potete diventare una risorsa per la vostra comunità”, ha spiegato emozionato Norberto raccontando la sua storia. “Io ce l’ho fatta attraverso lo sport e credendo in me stesso”. Tutta la conversazione è stata tradotta, nella lingua dei segni in kiswahili, e molti ragazzi, incuriositi, gli hanno rivolto domande. Uno di loro lo ha ringraziato in modo entusiastico, per avergli dimostrato che anche un bimbo sordo può vivere come gli altri se seguito e stimolato. E Norberto è ancora più determinato nel raggiungere il traguardo, proprio per dare voce a questi ragazzi, ai loro bisogni e anche ai loro sogni.
Quest’impresa è appoggiata con forza dal CIP (Comitato Paraolimpico Italiano), che l’ha definita “un ponte di solidarietà che tutti devono sposare e promuovere”. Chi l’ha sposata in pieno sono John e Francesca, che da Bologna sono partiti con il loro tandem per stare accanto a Norberto lungo tutto il tragitto, oltre a un’altra volontaria, Sara, anche lei in bici. E non mancano neppure tre automobili di supporto e un camion.
Tutti lì a sostenere Norberto per non far mai dimenticare il motivo di quest’avventura unica: essere solidali con chi è più debole e dire a tutte le persone disabili, si può fare!