Il tecnico della Lazio sottolinea l'importanza della sfida di domani con il Parma parlando di "partita decisiva per l'Europa", da giocare in un contesto "anomalo rispetto ad un discorso calcistico".
Mister Reja: “Le due partite precedenti con Milan e Genoa non le abbiamo fatte bene soprattutto per il risultato. Quindi è certamente decisiva. Ma proveremo a vincere con tutte le nostre forze. Dimostriamo una certa organizzazione di gioco ma non riusciamo a concretizzare quanto creiamo. Cosa manca per il salto di qualità? Per le reti realizzate siamo all’undicesimo posto. Non abbiamo un cannoniere per motivi diversi e quindi di questo ne soffriamo. Se sei in alto in classifica è perché hai un bomber lì davanti.
Non sono pentito di essere venuto alla Lazio perché se parlo di lavoro ho trovato una squadra quasi a pezzi. Non c’era un filo logico e non c’era niente. C’era un gruppo di ragazzi senza sicurezze. Con Bollini abbiamo visto progressi e sono soddisfatto dei risultati poi ci sono mancati un paio di risultati che hanno complicato tutto. Poi se centreremo l’Europa potremmo dire di aver fatto un mezzo miracolo.
Nel gruppo c’è compattezza ma ci sono punti di domanda su questa situazione. La forza di una squadra è la compattezza dell’ambiente. Qui c’è qualcosa di anomalo rispetto ad un discorso calcistico. I giocatori dovrebbero essere orgogliosi di far parte della Lazio. È una squadra che durante l’era Lotito ha vinto tre coppe. Io ho fatto quarto e quinto posto. Delio Rossi ha centrato la Champions League. Solo quest’anno c’è stato un minor rendimento ma solo perché stiamo attraversando un ricambio generazionale ma non abbiamo la bacchetta magica”.
Qui non basta mai quello che si fa. Non si può essere sempre scontenti di tutto. Negli anni è stato fatto un certo tipo di lavoro ma magari si è commesso qualche errore perché è normale ma non facciamo mica apposta. Ci dovrebbe essere un minimo in più di considerazione per questi ragazzi”.