Quest'anno Parma celebrerà Â tre date fondamentali del movimento rugbistico. La Rugby Parma compie 80anni, Noceto e Amatori Parma solo, si fa per dire, 40 anni. Tre anniversari che confermano il ruolo centrale della città Â emiliana nella storia del rugby italiano.
Realtà che annovera anche il Colorno e ultimamente lo Stendhal per non parlare degli amici viadanesi. Ma è da un’altra associazione “Mischiamoci” , amici del rugby, nata nello scorso settembre, che è partita una proposta del tutto innovativa nel panorama del rugby parmigiano.
“Mischiamoci” che dopo soli pochi mesi dalla nascita si avvia alle cento adesioni, con soci provenienti da tutte le società senza distinzioni di maglia e di credo sportivo, ha lanciato un’idea che potrebbe coagulare risorse e iniziative. Perché, si sono detti a “Mischiamoci”, non variamo un grande avvenimento con l’apporto di tutte le società interessate, nell’arco di una giornata, capace di richiamare l’attenzione del grande pubblico? I palcoscenici a Parma certo non mancano. Si poteva ipotizzare la location del Palacassa o del Palaraschi con un recital di Marco Paolini sul rugby. Oppure una conferenza su una delle tematiche di stretta attualità del movimento con partecipazione di illustri oratori. Il tutto contornato dagli stand delle società e magari con un momento musicale per il gradimento dei più giovani. Oppure un match con una grande squadra inglese o francese.
Una splendida occasione per celebrare anche i campioni che vestendo la maglia della nazionale hanno dato lustro al rugby di Parma.
L’avvenimento si sarebbe inserito alla perfezione nella più ampia iniziativa di Parma città dello sport e sarebbe stato un primo passo per cercare di costruire un progetto unitario sul movimento e sulle sue prospettive nel Ducato. La proposta ha ricevuto l’entusiastico patrocinio di Giancarlo Dondi, presidente della Federazione Rugby, da sempre fautore di una condivisione delle risorse.
Il sasso nello stagno è stato lanciato; ora si aspettano le risposte dei club . Di certo la proposta di “Mischiamoci”, al di là del favorevole accoglimento o meno, servirà anche per tastare il polso alle varie dirigenze sulla capacità di inventarsi qualcosa che sappia ridestare un movimento che, non dimentichiamoci, ultimamente in Regione ha visto un decremento degli iscritti.
Vito Mangialardi