Fine stagione, fine novembre e come sempre a Salsomaggiore è tempo quindi di meeting e corsi di aggiornamento per direttori sportivi tenuti dai tecnici della Federciclismo.
Sabato mattina presso la “sala Verdi” dell’Hotel Valentini, circa 150 direttori sportivi, di varie categorie e discipline, hanno ascoltato le parole, tra le tante, anche di Paolo Bettini, ct dell’Italia. Dopo aver aperto venerdì 26 questa “due giorni” di approfondimento a La Castellina di Sesto Fiorentino, il livornese, oltre ad Andrea Collinelli, ct della pista e Rino De Candido, ct degli juniores, è stato affiancato da Marino Amadori, ct degli under 23, con il quale lavorerà in stretta sinergia creando mini raduni durante tutto il 2011 per far vivere l’atmosfera della Nazionale a più e diversi atleti.
Tante lezioni, tanti programmi, tanti metodi di allenamento (per qualcuno dei presenti le “solite” cose visto che in bici, come dicono, non si inventa niente di nuovo), però Paolo Bettini non vuole apparire troppo scontato se parla del suo sport, la sua vita:”In questo momento – dice l’ex bi-iridato – l’attività agonistica è ferma e questi corsi sono sempre importanti per confrontarsi e magari apportare qualche modifica nelle proprie sedute di allenamento. In questi due convegni è stato importante anche promuovere e far conoscere la collaborazione tra le varie discipline e categorie in ottica azzurra, perché si possono gettare basi solide per lavorare a braccetto tutto l’anno”.
Quello che viene definito lo “spirito” da Nazionale, quello che Paolino conosce benissimo, che gli ha permesso di conquistare un oro Olimpico e due Mondiali e che aveva saputo riprodurre alla perfezione il compianto Franco Ballerini.
“L’idea di proporre questi collegiali – prosegue Bettini – è il tentativo e la volontà di portare avanti un progetto di Ballerini iniziato tempo fa. Questi ritiri saranno mirati a trovare un gruppo sempre più coeso quando ci troveremo ad affrontare la ribalta iridata. Dovremo lavorare tutti per lo stesso obiettivo, dove ognuno dovrà ricoprire il proprio ruolo facendosi trovare pronto anche psicologicamente. Durante questi mini raduni mixeremo prof ed under 23 a 360 gradi, dal dividere la camera all’allenamento”.
Bettini ha provato una sorta di Nazionale sperimentale al Giro del Veneto con discreti risultati e poi al Mondiale di Geelong prof ed under 23 hanno assaggiato un antipasto di quello che si spetterà dal 2011 in poi.
Il Mondiale australiano è finito da un po’ con il risultato che ben conoscono tutti, ma è ancora fresco nella mente del ct e dei milioni di appassionati, che un secondo dopo la fine erano diventati tutti migliori e sostituti del Paolino nazionale.
Infatti il 36enne non si esime da un rapido resoconto:”Intanto ci tengo a dire che non è vero che ho portato solo i miei fedelissimi. Ho corso tanti anni in tante squadre e con tanti corridori, con i quali ho sempre avuto ottimi rapporti. Ero e sono amico di tutti, chiunque avessi portato era mio amico comunque. In ogni caso è stata un’esperienza positiva comunque, anche se il 4° posto è il piazzamento che brucia di più, oltretutto se ottenuto come ha fatto Pippo (Pozzato, ndr). Al termine della gara l’ho consolato con una pacca sulla spalla e con una battuta toscana. A parte tutto, Melbourne fa parte del passato da cui dovremo tratte insegnamenti per il futuro”.
Futuro e passato, argomenti con i quali Bettini chiude il suo intervento. Ad inizio novembre è stato in Danimarca a visionare il percorso del prossimo Mondiale, il futuro, dove “sarà una gara di 280 km, interminabile, con tanti saliscendi e quindi dura, ma credo che arriverà un bel gruppo in volata”, mentre il passato è legato ai colori della Bedogni indossati ad inizio anni ’90, con cui nel ’93 ottenne un bel 3° posto proprio nei dintorni di Salsomaggiore, nella celeberrima gara del Poggetto (vittoria del compagno Mancini, ndr) e quando “mangiavamo uno straordinario prosciutto ogni volta che venivamo da queste parti e alle presentazioni di inizio stagione, oltre ad avere un buonissimo ricordo di questa società”.
Paolo Bettini, a Salso, è tornato sul luogo del delitto dove lo scorso 10 giugno il presidente federale Renato Di Rocco ci confidò in anteprima la sua nomina a commissario tecnico e dal quale partì anche una lunga e straordinaria carriera da atleta, con la speranza che possa diventare straordinaria anche sull’ammiraglia.