Jiang Lizhang (Desports) e il Parma, una storia tutta da scrivere. Dopo lo sbarco del luglio scorso e il versamento di una parte della cifra pattuita per comprare il 60% del club crociato, le cose si sono maledettamente complicate. Esportare capitali dalla Cina ed investirli nel mondo del calcio non è più possibile (un tentativo di limitare la fughe di capitali dalla Cina), almeno per il momento. La conferma è arrivata ieri sera da Fu Yixiang, vicepresidente della Camera di commercio italo-cinese, che ai microfoni di TopCalcio24 ha spiegato chiaramente quali sono i problemi che stanno frenando l’acquisizione del Parma e non solo (vedi le proprietà di Inter e Milan). In realtà, secondo altre fonti, come l’autorevole agenzia Bloomberg, non si tratterebbe di proibizioni, bensì di limiti che, in questo caso, non dovrebbero mettere in discussione l’operazione Desports-Parma, tant’è che fonti vicine alla società continuano ad indicare ottobre come il mese del closing. Comunque, gli investimenti di capitali cinesi all’estero sono stati classificati in tre categorie dal Consiglio di Stato (cinese): vietato, limitato e incoraggiato. Il caso Desports-Parma rientrerebbe nel secondo caso, cioè limitato. Secondo quanto si legge sul sito ufficiale del governo cinese (http://english.gov.cn), nella sezione “limitato” rientrano tutti quegli investimenti ritenuti rischiosi sotto il profilo economico e politico.
“In questo momento il calcio è uno di quei settori in cui è proibito investire per la Cina – ha dichiarato Fu Yixiang -. Da settembre dell’anno scorso è stata ristretta la possiblità di esportare capitale cinese all’estero, questo ha reso più difficile fare certe operazioni, come ad esempio è successo al Milan. Quest’anno c’è stata poi l’indicazione chiara. Il ministero cinese ha dato una indicazione precisa in cui ha quantificato gli investimenti in favorevoli, consigliati e vietati. Tra questi ultimi ci sono immobiliare, turismo e i club sportivi. Nel divieto degli investimenti ci sono il settore immobiliare, il turismo, l’intrattenimento e anche il calcio è tra questi cinque settori, c’è scritto precisamente no investimenti sui club sportivi. Con il congresso di ottobre si spera si apra la possibilità di investire in questo settore, ma la vedo difficile. “.
Fu Yixiang parla anche del caso Parma: “La situazione riguarda anche l’investimento nel Parma. Tutti aspettano l’autorizzazione degli investimenti cinesi, ma non so se è ancora arrivata l’autorizzazione. Il problema non è tanto pagare qualche milione ma le prospettive di investimento futuro. Gli investimenti nel calcio sono considerati incomprensibili in cui non c’è un vero ritorno in termini economici e si pensa che ci sia rischio di riciclaggio“.
Investimenti bloccati, dunque, e multe salatissime: “La federazione calcistica cinese – continua Yixiang – ha attuato un regolamento per frenare i trasferimenti. Per ogni milione che si paga all’estero se ne deve versare uno a titolo di multa, che viene data per lo sviluppo interno del calcio. Il regolamento dice che questi soldi saranno destinati ai giovani giocatori cinesi”.
Restrizioni che potrebbero far saltare accordi ed equilibri? In molti in città sono convinti di no. Il Parma, intanto, continua a coprire i costi di gestione grazie all’impegno dei “famosi” 7 soci che ad inizio stagione hanno garantito la copertura dei costi per il calciomercato e la stagione in corso. Ora il problema è capire se Jiang Lizhang riuscirà ad “aggirare” i limiti imposti dal governo cinese, oppure dovrà trovare soluzioni alternative.