Tempo di presentazioni per gli ultimi due giocatori accasatesi a Parma nel mercato di gennaio, l'attaccante Nicola Pozzi e il difensore Cristian Molinaro. Ecco le loro prime parole da crociati.
Nicola Pozzi: “Il numero 10? Non ho certo quelle qualità tecniche, ma era libero, il direttore me lo ha anche consigliato e la mia prima figlia è nata nel 2010. L’ho preso per quello, è una cifra importante sebbene non mi appartenga. Come caratteristiche sono un 9 classico, una punta. Sono molto felice di essere qua perché dopo 5 anni alla Sampdoria era il momento per me di iniziare un’altra avventura e Parma, è la soluzione migliore che mi potesse capitare. Rappresenta una grande occasione, anche l’ultima di un certo tipo forse per me. Ne sono consapevole e spero sul campo di ripagare con i fatti la fiducia della società. Non è mai stata una priorità per me, in una squadra, essere un titolare fisso. Quando ci si sente partecipi, ci si sente importanti e motivati si può dare un contributo anche a gara iniziata. Entro in punta di piedi in un gruppo che sta girando a mille e già nella sfida del 22 dicembre a Marassi aveva dimostrato il proprio momento di forma. Sono entrato in uno spogliatoio nel quale conosco quasi tutti. Questo rende più facile l’ambientamento. Qualche problema fisico mi ha un po’ frenato in passato è vero, ma gli infortuni mi hanno fortificato a livello caratteriale. Sono molto contento della mia carriera e di quello che faccio. Ora sono a Parma in una piazza molto gradita, non potevo trovare di meglio in questo periodo e cercherò di sfruttare al meglio questa occasione”.
Cristian Molinaro: “Voglio ringraziare il direttore per l’opportunità che mi ha dato e con lui il mio agente, Carmine, perché è stata una lunga trattativa. Ho fatto diverse esperienze anche all’estero, ma era il momento giusto per rientrare in Italia. Non ci ho pensato due volte a dire sì, la società ha costruito in questi anni qualcosa di importante. Il Parma infatti sta lavorando bene, è un club prestigioso, quando si semina bene i risultati arrivano. Mi ha reso facile la scelta. L’esperienza in Germania è stata bellissima, con 4 anni molto intensi che mi hanno consentito di confrontarmi con un’altra cultura e di imparare un’altra lingua. Nella Bundesliga ho trovato una cultura del lavoro diversa e il livello si è alzato anche da loro. Hanno investito molto sulle strutture. Qui c’è un calcio più tattico. Non ho giocato molto nell’ultimo periodo, ma sono pronto a livello fisico per scendere in campo”