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Parma Calcio

Il know how di Cherubini e le strategie di Krause

Il know how di Cherubini e le strategie di Krause

Se non è una rivoluzione poco ci manca. Di sicuro è un cambio di strategia rispetto al passato. 

La nomina di Federico Cherubini (leggi qui) in qualità di amministratore delegato del Parma Calcio 1913, con conseguente addio a sorpresa di Luca Martines, è l’inizio di una nuova politica voluta dal presidente Kyle Krause, il quale ha deciso di affidarsi ad un dirigente italiano di comprovata esperienza e visione strategica, ma senza perdere le linee guida del progetto: “coltivare talenti emergenti” e di conseguenza fare “trading player”, mantenendo inalterato quel concetto di modernità che il patron americano ha sempre cercato di diffondere nel Ducato, seppur con risultati altalenanti. 

Cherubini è uomo di campo e scrivania, un dirigente italiano con l’occhio lungo, con capacità gestionali e doti di scouting internazionale. Uno che sa maneggiare i bilanci e la finanza.
Dopo una breve carriera da calciatore in Serie C (ruolo ala destra), la laurea a 22 anni all’Università di Perugia, il primo lavoro nel mercato del credito al consumo, gli esordi da dirigente sportivo nella sua Foligno, dove ricoprì l’incarico di direttore generale, nel 2012 arrivò la chiamata che gli cambiò la vita: la Juventus. In bianconero ha scalato l’Everest: direttore sportivo dei prestiti, responsabile del settore giovanile, deus ex machina della Juve Under 23 (la seconda squadra che milita in C), direttore dell’area tecnica e dopo l’addio di Paratici promosso a direttore sportivo della prima squadra (in quella che poi diventerà l’era post Cristiano Ronaldo).
Cherubini è una scoperta di Beppe Marotta e Fabio Paratici: con entrambi mantiene tutt’ora un ottimo rapporto di amicizia e stima, anche dopo la dolorosa squalifica (inibizione) per 16 mesi della Corte d’Appello della Figc (poi confermata dal Colleggio di Garanzia del Coni) per la questione plusvalenze. 

Uno stimato manager di calcio, diventato nel giro di poco tempo uomo di fiducia del presidente Andrea Agnelli tant’è che nel 2020 lo “promuove” a ds della prima squadra (con Allegri in panchina) e gli affida un compito arduo: ridurre i costi e continuare a vincere. A Torino ha lasciato ottimi ricordi – non solo a livello calcistico – anche perché dalle sue idee e dai suoi progetti continuano a sbocciare gioiellini dal grande potenziale, l’ultimo di questi è Kenan Yildiz. La strada è segnata, insomma, grazie ad una politica improntata alla crescita e valorizzazione dei giovani del proprio vivaio.

Dopo l’avventura in bianconero, durata 12 anni, Cherubini ha sposato il progetto Parma, il progetto Krause e il progetto Pecchia (i due si conoscono dai tempi della Juve Next Gen). Dopo un corteggiamento durato mesi, tant’è che nell’aprile del 2024 sembrava tutto apparecchiato per il suo sbarco in Emilia. 

Quello di Cherubini è un lavoro a lunga scadenza che richiederà aggiustamenti, cambiamenti e inversioni di rotta, dentro e fuori dal campo. La permanenza in Serie A è l’obiettivo primario, perché un’altra retrocessione avrebbe gli effetti di un “terremoto”, soprattutto a livello economico. Cherubini, dunque, è l’uomo forte al comando della nave. Una nave da portare in salvo il prima possibile, sperando che Krause abbia trovato quella stabilità dirigenziale che fino ad oggi è stata un’utopia considerando le precedenti esperienze con Ribalta, Kalma, Fournier, Vaeyens e Martines (5 dirigenti in meno di 3 anni). 

 

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