Una tradizione natalizia da rispettare, tra un impegno e l’altro all’alba dell’imminente stagione ciclistica. Al centro “Fitman-Il Metodo” di Correggio è tempo di test per gli juniores del Noceto Nial Cycling Team e il suo direttore sportivo Primo Borghi come consuetudine – iniziata nel 1998 presso il Centro Mapei quando guidava i dilettanti del Maglificio Mg, con le varie denominazioni ed affiliazioni – ha sfruttato la propria amicizia con Luca Guercilena per avvalersi delle sue competenze.
Fresco di ritorno dal ritiro in Sicilia (nella zona di Catania) con la sua formazione, il general manager milanese della Trek-Segafredo ha fatto tappa nel paese della bassa reggiana per misurare dieci degli undici juniores della squadra rossonera (Gabriele Spadoni era impegnato in Puglia nell’ultima tappa del Giro d’Italia di ciclocross) confrontandosi anche insieme al nocetano Giacomo Notari, preparatore atletico del Team UAE Fly Emirates, anch’egli reduce dal ritiro siciliano nella zona di Siracusa.
Nel 2018 il Noceto Nial Cycling Team cercherà di ripetere la scorsa straordinaria annata – condita da 7 vittorie, tantissimi piazzamenti nelle top ten, una convocazione in Nazionale per Raschi e la vittoria della maglia rossa di miglior scalatore al Giro Internazionale della Lunigiana da parte di Thomas Pesenti, passato Under 23 col Team Beltrami-Argon – e per farlo conterà su otto nuovi arrivati, di cui sei ex allievi: ai confermati Eugenio Raschi, Simone Benassi e Christopher Strozzi si aggiungono Gabriele Petrelli (2° anno dalla Sancarlese), Gabriele Spadoni (2° anno dalla Simec Fanton Paletti), Andrea Agarossi e Christian Borini (dal Mincio-Chiese), Riccardo Benuzzi (dal Calcara), Simone Zecchini, Lorenzo Tarabelloni e Stefano Cavallaro (dalla Cooperatori Reggio Emilia).
“È una bella occasione – ha spiegato raggiante Primo Borghi – per scambiarci gli auguri di Natale con Luca, visto che ci conosciamo da tanto tempo, oltre ad avere un valido riscontro da parte di un grandissimo tecnico come lui, insieme a quella di Giacomo, sui valori iniziali dei nostri ragazzi”, che in coro, dopo aver ben figurato nel loro test incrementale, si sono poi detti estremamente soddisfatti di essere stati valutati dal mentore di Fabian Cancellara e di portare questa esperienza come ricordo indelebile della loro carriera.
Abituato a guidare i big nel mondo dei prof, Luca Guercilena tuttavia non ha perso il contatto con le categorie inferiori continuando a fare una sorta di screening generale nel panorama nazionale e non, “senza seguire nessuno in particolare perché fortunatamente il lavoro con la Trek-Segafredo basta ed avanza, ma solo per restare aggiornato sui tanti corridori giovani che ci sono”.
Solitamente sono almeno tre i test a cui gli atleti devono sottoporsi per vedere il proprio stato di forma, anche se vanno sempre contestualizzati: “Lasciando a parte i professionisti, soprattutto con gli juniores è importante considerare i loro valori antropometrici in senso relativo e mai assoluto, visto che parliamo di ragazzi in piena fase di sviluppo, e quindi bisogna sempre farne un buon utilizzo per farli rendere al meglio”.
Nel ciclismo giovanile attuale purtroppo c’è sempre più un’esasperazione ingiustificata – vedere giovanissimi con ruote in carbonio ad alto profilo o esordienti ed allievi allenarsi per molte più ore o chilometri del dovuto sono solo la punta dell’iceberg di alcune circostanze da rivedere – e tutta questa pressione rischia di rovinare i ragazzi, togliendo entusiasmo ed interesse, magari non facendogli fare il salto di qualità quando necessario oppure, peggio ancora, facendoli smettere.
La situazione è certamente complessa e Luca Guercilena prova a dare una piccola ricetta al movimento: “Nel mondo giovanile c’è troppa ansia da risultato, fin dalle primissime categorie, mentre credo che fino agli juniores il ciclismo deve essere preso come un divertimento e ogni direttore sportivo dovrebbe incentivare i propri ragazzi a continuare a correre anche tra i dilettanti, soprattutto per vivere alcune esperienze che poi si potranno portare con sé quando saranno più grandi e magari andranno in bici solo per divertimento. Non tutti possono diventare professionisti, alcuni possono restare nell’ambiente con altri ruoli e non meno importanti, come diventare allenatori dei più piccoli. Sapere che uno juniores smetta per fare risultato fra gli amatori, perchè fra i dilettanti si sarebbe difficilmente piazzato, è un messaggio che non deve passare e che a me piace davvero poco. Bisogna iniziare a saper perdere, che è poi il grosso problema dello sport italiano, e i tecnici dovrebbero iniziare ad insegnare questo ai ragazzi, oltre ad impegnarsi sempre. Lo spirito deve essere quello di fare sport, poi si guarderanno eventuali risultati, che devono essere contestualizzati anche quelli. Non è detto che uno che vince sempre da giovane sarà un campione così come è vero il contrario, non dovrebbe più esserci questa esasperazione alla vittoria. Purtroppo il ciclismo è uno sport costoso e se le istituzioni, ad esempio, iniziassero a defiscalizzare l’impegno economico degli sponsor ne trarrebbe giovamento tutto lo sport italiano. Così facendo potremmo avere anche progetti a lungo termine, a differenza di quelli brevi attuali che condizionano troppo l’attività di tante società. Non è semplice trovare la soluzione ma non dobbiamo smettere di pensarci”.
(Nelle foto da sx Luca Guercilena, Primo Borghi e Giacomo Notari)