Società Â e giocatori non hanno ancora trovato l'accordo. Chiesto l'intervento dell'Air.
La Rugby Parma sta vivendo il momento più difficile della sua lunga e gloriosa storia. Ben più difficile delle retrocessioni in cui è incappata. Sponsor importanti che hanno detto basta, budget sforati, il momento congiunturale sfavorevole hanno portato la società su un sentiero esposto: basta poco per scivolare nel dirupo e i nuovi dirigenti stanno cercando di arrivare indenni al rifugio. La situazione, ahinoi, è comune a molte società (Rovigo e Piacenza in primis) questo perché si è voluto vestire il dilettantismo da professionismo con una federazione forse un po’ troppo concentrata sulla Nazionale mentre il movimento stava scivolando all’indietro. Ben inteso, non è colpa sua, della Fir, se una società spende 13 quando ha a disposizione 10, ma il discorso domestico, forse, poteva essere gestito diversamente.
In Via Lago Verde erano corsi ai ripari, ad inizio stagione, mettendo nuovi denari per coprire il buco del bilancio 2008 ma c’era da affrontare una nuova stagione, con meno sponsor, meno soldi e con contratti già in essere alcuni dei quali piuttosto onerosi. I giocatori erano stati invitati, dopo un mese di assenza societaria e a campionato ormai iniziato, a mettersi una mano sul cuore ed una sul portafoglio con riduzioni medie degli emolumenti di circa il 30%, riduzioni alla fine digerite. I conti però continuano a non tornare e la società è tornata a bussare alla porta dei giocatori ai quali è stato richiesto un’ulteriore obolo del 20% (su base annua e sull’emolumento già ribassato) a questo punto da detrarre dalle mensilità del 2010. Richiesta che contrariamente alla prima è stata al momento rimandata al mittente. Potrà fare qualcosa l’Air, Associazione Italiana Rugbysti, ai quali i giocatori si sono rivoti per risolvere, eventualmente, la questione? Si arriverà al muro contro muro o si riuscirà a trovare una mediazione? La storia non sarà lunga quanto quella di Celtic sì-Celtic no ma è altrettanto ricca di pathos. Nonostante i contributi che devono arrivare dalla Erc e quelli federali, potrebbe esserci, come si era paventato ad inizio stagione, un rischio Calvisano 2 o qualcosa di peggio? Per questo motivo i giocatori si trovano nel bel mezzo di un risiko: bere l’amaro calice o impuntarsi?
Giocatori che in caso di entrata in questa benedetta Celtic League, che pare però sempre più lontana, lascerebbero in buon numero la società che dei diversi azzurri prenderebbe il contributo federale; ma quanti di questi rimarrebbero in caso di non-Celtic? C’è già chi si sta guardando in giro, anche se oggi come oggi non è facilissimo nemmeno all’estero trovare una sistemazione. Gli stranieri ben difficilmente tornerebbero per cui con che squadra, e che budget, affrontare il futuro campionato di Elite? Dipenderà dal piano B.
Quando la coperta è corta, da qualche parte il freddo arriva: si tratta di riuscire a rannicchiarsi il più possibile per evitare di scoprirsi e non far propagare il freddo al resto del corpo.