Serie A 2024/’25: ascolti in calo, Parma all’ultimo posto

Conclusa la Serie A 2024/2025, per i broadcaster DAZN e Sky, proprietari dei diritti televisivi fino al 2028/2029, è il momento di un bilancio della stagione in termini di spettatori. Ma quanti tifosi veramente fruiscono del prodotto calcio in Italia? E quali sono le squadre più viste?

Secondo i dati raccolti da Calcio E Finanza, la Serie A questa stagione ha catturato l’attenzione di 247 milioni di spettatori, circa 2 milioni in meno rispetto allo scorso anno. A colpire l’attenzione, però, è il dato che riguarda Sky, il broadcaster fondato da Rupert Murdochm che ha migliorato il suo trend con una variazione positiva del 31,4%: quest’anno 52 milioni di spettatori hanno guardato le partite su Sky, mentre la scorsa stagione erano in 40 milioni.

Per quanto riguarda il Parma, su DAZN la squadra allenata, prima, da Pecchia e, poi, da Chivu è stata il fanalino di coda in relazione all’audience: per le 38 partite giocate dai crociati sono stati 10 milioni gli spettatori davanti alle loro partite con una media di 270 mila a partita. Per fare un confronto: il Venezia, terzultimo in questa classifica e retrocesso in Serie B, ha raggiunto 1 milione in più di spettatori sempre su DAZN. La visibilità dei crociati migliora nettamente su Sky, che ne ha trasmesso solo 8 partite: qui, sono quasi 3 i milioni di spettatori in totale, per una media è di 346 mila spettatori a partita. Numeri più elevati rispetto al Genoa, che sullo stesso numero di gare trasmesse è stato visto da una media di 290 mila spettatori.

Complessivamente, unendo i dati di entrambe le emittenti, il Parma ha totalizzato 13 milioni di spettatori con una media di 343 mila a partita, posizionandosi all’ultimo posto di questa speciale graduatoria. Per fare un altro paragone, sempre con le squadre in lotta per non retrocedere, il Venezia e l’Empoli – rispettivamente penultima e terzultima classificata del campionato – hanno raggiunto rispettivamente 1 milione e (quasi) 2 milioni in più rispetto ai ducali. I motivi della poca “attrazione” del Parma potrebbero essere legati al periodo in cui sulla panchina sedeva Fabio Pecchia, che ha portato i crociati in zona retrocessione: ma la fortuna ha voluto che Chivu sia riuscito a ridare un’estetica definita al gioco della squadra e, soprattutto, un senso di competitività nelle partite affrontate. Ma secondo i dati non è bastato a sintonizzare i televisori (o gli altri device) sulle partite di Delprato e soci.