L’attuale velocità di crociera del Parma di Pecchia potrebbe non bastare per la salvezza.
Il 5-0 di ieri all’Olimpico è una mazzata difficile da metabolizzare, anche perché accentua una crisi che nelle ultime 3 settimane ha partorito un film horror: 0 punti, 3 gol fatti e 11 subiti. In pratica, dopo l’esaltante vittoria interna con la Lazio, si è spenta la luce, complice una difesa colabrodo – non adeguatamente protetta – e una sequela di infortuni (Delprato e Valeri gli ultimi della lista) che impongono scelte obbligate sul mercato di gennaio ormai alle porte; scelte affidabili e non esperimenti e/o scommesse.
La crisi dei gialloblù è certificata nero su bianco (seconda peggior difesa della Serie A), sebbene la classifica non sia ancora da allarme rosso, considerando il punticino di vantaggio sul Cagliari terzultimo. Ma il tempo passa, Pecchia e gli uomini mercato del Parma devono trovare soluzioni alternative, ad ogni livello, dentro e fuori dal campo, onde evitare che la crisi si trasformi in catastrofe. Ripensare il progetto iniziale non è un’eresia, ma una necessità.
Una necessità dettata anche dai numeri, perché dopo 17 giornate di Serie A il Parma viaggia ad una media di 0,88 punti a partita. Una media che se rimanesse così fino a fine stagione (33 punti finali) e se paragonata all’annata 2023-24 (la quart’ultima si è salvata con 36 punti), rischierebbe seriamente di non essere sufficiente per salvarsi.