Felice Evacuo, vecchia conoscenza crociata, è stato il super ospite della 23ª puntata stagionale di PARMATALK, in onda ieri per commentare la sconfitta casalinga (la prima di questa stagione) della squadra di mister Pecchia.
L’ex centravanti crociato, che fu protagonista con 6 gol e 3 assist in 21 partite giocate nella stagione 2016/2017 – quella che culminò con la vittoria ai playoff di Serie C –, non ha fatto drammi per il ko maturato contro il Catanzaro (altra squadra di cui per altro aveva indossato la maglia durante la sua lunga e variegata carriera): «A volte gli episodi possono condizionare. Se il Parma fosse riuscito a passare in vantaggio o se l’avesse pareggiata subito, avrebbe avuto un finale diverso. Non c’è da dimenticarsi che Il Catanzaro è una squadra molto organizzata dal punto di vista difensivo: ha difeso bene, ha concesso quelle 4-5 palle gol che il Parma ha avuto e ha capitalizzato al massimo. Partita segnata dagli episodi a favore dei giallorossi, fermo restando che il Parma credo volerà dritto in Serie A, indipendentemente da questa partita» ha analizzato Evacuo, che non ha fatto drammi. «Il Parma è sempre stata una squadra molto propositiva nel gioco – prosegue, entrando nel merito del tema delle 10 partite di fila con gol subiti – e questo ti porta a essere più vulnerabile. Se hai una predisposizione prettamente offensiva o provi sempre a giocare il pallone, è normale che poi ti esponi a qualche rischio in più. Il fatto che prenda qualche gol non mi preoccupa, perché poi le partite le si riescono a vincere o, mal che vada, a pareggiare. L’episodio di ieri (lunedì per chi legge, ndr) credo sia solo un incidente di percorso».
La strategia alternativa di Vivarini, spiegata con particolare precisione dal tecnico delle Aquile del Sud anche durante la conferenza stampa, ha prevalso sulla consueta proposta tattica di Pecchia: «Il Catanzaro è stato molto bravo bella costruzione dal basso, ha tirato fuori gli attaccanti del Parma. I gol sono nati su calcio piazzato: alla fine se ne dicono tante, ma se vai a guardare gli episodi che hanno determinato la vittoria del Catanzaro, nessuno dei due viene da una costruzione dal basso. La costruzione dal basso ti porta dei benefici, se fatta bene, ma ti espone a parecchi rischi: abbiamo visto danni eclatanti di difensori e portiere. Se ne potrebbe parlare tantissimo».
Durante il dibattito con il giornalista Lorenzo Fava e i suoi ospiti, al 42enne di origini campane, da ex attaccante qual è stato, non poteva non essere richiesto un parere sulla situazione di Čolak, sempre più fuori dai radar del progetto tecnico, e sui cambi operati da mister Pecchia che, contro il Catanzaro, ha disputato il secondo tempo inserendo il “solo” Charpentier. Prima di entrare nel dettaglio, Evacuo ha fatto una personale premessa, spiegando il motivo dell’assenza di una prima punta di riferimento: «Il centravanti è stato un po’ cancellato dal calcio moderno, come è successo anche con i fantasisti o con i “numeri dieci”. A chi pratica un gioco come quello di Pecchia fa più comodo avere giocatori dinamici, che non diano riferimento e che quando vengono incontro siano bravi a giocare con la squadra. Il centravanti è stato cancellato da nuove metodologie e nuove tattiche. Poi in un’occasione come quella di ieri, quando devi recuperare una partita o ti serve più peso specifico nell’area avversaria, un centravanti farebbe sempre comodo. A un certo punto del secondo tempo secondo me si poteva azzardare il doppio centravanti, non è stata la scelta di Pecchia. Però una sola partita non fa teso, il Parma sta facendo un grandissimo campionato e bisogna dare atto che questo allenatore, tra l’anno scorso e quest’anno, ha fatto un ottimo lavoro».
Evacuo, detentore in carica del record di gol segnati in Serie C (175), ha parlato anche del suo bel primato, oltre che delle tante società per cui ha militato durante gli anni di attività: «Questo mio cambiare squadra è stato sempre dovuto al fatto che mi piaceva giocare per vincere. Una volta che si vinceva cambiavo, perché provavo a cercare nuovi stimoli per vincere un nuovo campionato, visto che per me la Serie C era diventato un punto di arrivo. Il record di gol? Mi è costato sacrifico. Giocare in C non è semplice. A volte mi è capitato di avere proposte dalla Serie B, dove forse è un po’ più facile per un attaccante. Non sono geloso, ma orgoglioso di quello che sono riuscito a fare in questi anni. Un record che difficilmente verrà battuto, perché ora bastano fare 10-15 gol in Serie C che si vola subito in A. Rimarrà per molti anni nella storia del calcio».
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